Svizzera, bocciato il Referendum contro libera circolazione dall’UE tranne che in Ticino

Al Referendum proposto anti Unione Europea sulla libera circolazione sul suolo svizzero ha vinto il ‘No’ tranne che in Ticino.

referendum in svizzera

In Svizzera le votazioni per hanno bocciato il Referendum contro la libera circolazione nel paese dall’Unione Europea, tranne che nel canton del Ticino dove ha vinto il ‘Sì’.

Referendum libera circolazione: vince il No

Il risultato che si ha a livello nazionale è opposto a quello ottenuto nel canton Ticino: l’intero paese boccia l’iniziativa che proponeva una libera circolazione delle persone tra Svizzera e UE mentre in Ticino il 53,1% dei voti è risultato a favore.

26 cantoni e semi-cantoni svizzeri, la maggioranza, hanno totalmente bocciato il Referendum di iniziativa destro-sovranista dell’Unione Democratica del Centro. La proposta di un’immigrazione moderata alla base del referendum avrebbe pesantemente gravato sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e UE.

In territorio svizzero affinché le iniziative popolari siano validamente accettate devono ricevere l’approvazione dalla maggioranza del popolo e soprattutto del Cantoni. Ha vinto in questo caso il ‘No’ nella maggioranza dei Cantoni tranne che in Ticino.

Con queste votazioni si è registrata una sconfitta dolorosa per la destra nazionalista e una netta vittoria per gli schieramenti di centro e di sinistra come liberali, democristiani, socialisti e verdi.

Si legge sul Fatto Quotidiano che non è un risultato totalmente inaspettato poiché le proiezioni avevano già predetto che almeno il 63% degli elettori avrebbe respinto questa iniziativa.

Anche in Italia le votazioni per un importante referendum si sono tenute da poco.

La Svizzera possiede circa 8,6 milioni di abitanti di cui più di 2 milioni sono residenti stranieri: equivalenti a 1/4 della popolazione.

Solo gli italiani sono più di 641.00 e la metà di loro, se non di più, possiede anche la doppia cittadinanza.

Nel conteggio non sono però inclusi i frontalieri. Questi sono quelle persone che abitano al di fuori dei confini svizzeri ma varcano giornalmente la frontiera per andare a lavoro.

Giornalmente circa 75.000 connazionali si comportano da frontalieri e, nonostante l’epidemia di Coronavirus con focolai in Lombardia, il governo svizzero non gli ha mai impedito di varcare la frontiera.

Cosa sarebbe successo se vinceva il ‘Sì’?

Nel 1999 Berna e Bruxelles firmarono sette accordi bilaterali. Furono successivamente confermati da un Referendum in Svizzera. L’accordo sulla libera circolazione contiene una clausola vincolante che se violata provoca la disdetta di tutti e 7 i patti.

La clausola ghigliottina afferma che se uno dei sette accordi viene disdetto allora anche gli altri sette, automaticamente, devono essere ritenuti non più validi.

E se avesse vinto il Sì a questo Referendum sulla circolazione? La vincita del ‘Sì’ avrebbe violato la clausola ghigliottina. Ci sarebbero state molte ripercussioni negative su ricerca, agricoltura, trasporti aerei e terrestri, appalti pubblici e commercio.

Per Economiesuisse, cioè la Confindustria elvetica, votando ‘No’ al Referendum sulla libera circolazione si è difesa la libertà.

Una libertà esercitata nel mercato e si sono protetti i rapporti economici con le maggiori potenze. Il 55% dell’import-export complessivo svizzero riguarda proprio l’UE, approvare questo referendum l’avrebbe distrutto.

Ma al Referendum non si votava solo per la libera circolazione dall’UE: gli elettori si sono pronunciati, positivamente stavolta, anche sul congedo di paternità di un tempo pari a 2 settimane e hanno invece bocciato altre deduzioni fiscali per i figli.

Al momento sono ancora in fase decisionale i referendum che possano vietare l’acquisto di nuovi aerei da combattimento.

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