Save The Children: “A causa del Covid un milione di bambini poveri in più in Italia”

Save The Children lancia l’allarme, a causa del covid sarebbero aumentati i bambini poveri in Italia così come quelli vittima di dispersione scolastica.

Save the Children
A causa del covid si rischia un ingente aumento del tasso di povertà.

Tra le numerose conseguenze del Covid-19 c’è anche l’aumento del tasso di povertà nel mondo ed in Italia. Non solo però secondo alcuni dati molti studenti avrebbero persino lasciato la scuola dell’obbligo.

A causa del coronavirus la povertà minorile potrebbe salire a dismisura

Sarebbero queste le preoccupanti stime risultate da un’indagine di Save the Children denominata “Proteggiamo i bambini. Whatever it takes”. Secondo gli studi effettuati, infatti, l’impatto socio-economico avuto dal virus sul mondo rischia di aumentare notevolmente la povertà minorile.

Un fenomeno già ampiamente diffuso come riportato da Save the Children. Al momento, infatti, a soffrire della precaria condizione sarebbe circa 1.137.000 bambini (l’11,4% del totale), a cui mancherebbero i requisiti primari.

“Il confinamento imposto nei mesi scorsi ha mostrato il lato più duro dell’impatto socio-economico della crisi sanitaria, impatto che rischia di protrarsi sul lungo termine senza adeguate politiche di resilienza”.

Queste le parole dell’organizzazione, la quale, poi, ha ribadito come nel corso dei mesi hanno perso il lavoro milioni di cittadini. Non solo il fenomeno della crescita della povertà, come predetto, infatti, sarebbe aumentato persino il tasso di dispersione scolastica.

A causa del Covid sarebbe aumentata persino la dispersione scolastica

Secondo il rapporto stilato da Save the Children in Italia un bambino su otto non avrebbe a sua disposizione un computer portatile. Inoltre, 2 minori su 5 vivrebbero attualmente in abitazioni prive di spazio per studiare.

Delle situazione che hanno aumentato notevolmente la dispersione scolastica nel nostro paese, con una percentuale totale del 14/15%, ben al di sopra del minimo consentito dall’Unione Europea. Quest’ultima, infatti, avrebbe richiesto una riduzione al 10% entro la fine del 2020.

 

 

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