Reddito di Cittadinanza, ecco cosa succede se non viene speso l’intero assegno

Reddito di Cittadinanza: ecco cosa accade se il beneficiario non spende tutto il denaro dell’assegno, presente sulla card.

Reddito di cittadinanza, cosa succede se non si spendono tutti i soldi dell’assegno mensile

Dopo un’estenuante attesa, da qualche giorno, sono in dirittura d’arrivo i primi accrediti in favore dei beneficiari del ‘reddito di cittadinanza’, la misura varata dal governo, che dovrebbe dare manforte a quelle famiglia con precarietà economiche.

Non tutti i beneficiari della manovra però sono soddisfatti dell’assegno ricevuto. Pare infatti che una piccola fetta del popolo italiano che ha fatto richiesta riceva un assegno mensile che non supera i 50 euro mensili, ‘neanche i soldi per mangiare una pizza’, hanno tuonato i cittadini delusi.

Ora come fa notare ‘Il Sole 24 Ore’ sorge spontanea una domanda, ovvero, qual’è il destino di quei soldi accreditati ma non spesi durante l’arco del mese?

Reddito Cittadinanza, ‘soldi decurtati se non spesi entro il mese”: ecco a quanto ammonta la decurtazione

Stando al Decreto, il sussidio erogato a coloro che ne hanno fatto richiesta deve essere “fruito entro il mese successivo a quello di erogazione”. Il beneficiario che nel corso del mese non avrà speso l’intera cifra erogata in quella mensilità in suo favore, avrà una decurtazione del denaro. Più specificamente ‘il beneficio non speso o non prelevato verrà sottratto nel mese successivo’ e non non potrà superare il 20% del totale.

La nota testata, fa a tal proposito un esempio concreto a riguardo:

“se il beneficiario riceve 700 euro al mese, e non ne spende 200, nel mese successivo la decurtazione sarà al massimo di 140 euro, ovvero il 20% della cifra ricevuta (700 euro)”

Ma fa poi notare che nel modulo da presentare, la dicitura a riguardo è diversa. Infatti secondo quanto riportato “il beneficio” va speso per intero, “pena la sottrazione del 20% del beneficio non speso o non prelevato”, meno penalizzante.

Quindi stando a tali dichiarazioni, la decurtazione di denaro non riguarda il totale della cifra ricevuta, ma del beneficio non speso. Prendendo in considerazione l’esempio precedente, su 200 euro, il mese successivo ne verranno decurtati il 20%, e dunque 40 euro.

In ultimo ‘Il Sole 24 ore’ riporta un’altro chiarimento in merito da parte dell Inps, secondo cui ‘l’ammontare del beneficio non speso o non prelevato, ad eccezione di arretrati, sia sottratto, nei limiti del 20% del beneficio erogato, nella mensilità successiva a quella in cui il beneficio non è stato interamente speso. Quindi la norma fa riferimento a un taglio non superiore all’importo del beneficio non speso, taglio che non può, inoltre, superare il 20% della somma erogata nel mese in cui avviene la decurtazione’.

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