Quanto guadagna un portaborse in Italia? Ecco a quanto ammonta lo stipendio e chi lo paga

Portaborse: quanto guadagna? A quanto ammonta lo stipendio in Italia?

I collaboratori dei nostri parlamentari quanto e cosa guadagnano in Italia e in Europa? La recente vicenda del portaborse Antonello Nicosia e della deputata Giuseppina Occhionero ha infuocato il dibattito su quanto guadagna un portaborse in Italia.

I portaborse o i collaboratori parlamentari nella maggioranza dei casi vengono pagati pochissimo, nonostante i deputati parlamentari incassino interessanti cifre.

In fin dei conti, dietro il lavoro di un deputato c’è sempre l’attività di uno o più portaborse, che sono sempre reperibili e disponibili 7 giorni si 7, compresi i festivi ed i weekend.

Per la fatica e il monte ore che lavorano alla settimana i collaboratori parlamentari introitano davvero una miseria.

Una situazione tutt’altro che rosea: situazione precaria, guadagni bassi, nessuna garanzia e anche molestie sessuali.

Ma, allora, arriviamo al nocciolo: quanto guadagnano i portaborse o i collaboratori parlamentari?

Portaborse: quanto guadagnano?

I portaborse o i collaboratori domestici più fortunati guadagnano all’incirca 1.200 euro al mese.

E, gli altri? In media dai 500 ai 900 euro al mese. Una vera miseria rispetto al monte ore.

Il minimo sindacale in Senato è 375 euro.

Portaborse in Europa: quanto guadagnano?

E i portaborse in Europa? Guadagnano uguale ai colleghi italiani? In effetti, le cose vanno meglio per i collaboratori parlamentari che possono contare su un contratto di lavoro regolare e su maggiori garanzie.

Infatti, nel resto dell’Eurolandia i portaborse guadagnano dai 2.000 euro ai 7.000 euro e godono di una serie di garanzie dal punto di vista assicurativo e previdenziale.

In Italia, il portaborse p visto come un “aspirante” politico che riceve un bagaglio di conoscenze in luogo dei soldi.

In fin dei conti, in Italia, siamo nel paese degli stagisti e anche i portaborse sono travolti da una situazione di crisi e di precariato.

E se i parlamentari italiani adottassero la buona scuola dell’Europa? Molto probabilmente rimarrebbero a bocca asciutta!

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