Pensioni, la Francia fa marcia indietro sulla riforma: le proteste continuano

Francia, Pensioni: il Governo ritira l’introduzione della soglia minima di età a 64 anni per lasciare il lavoro

Nella capitale francese si continua a scioperare contro la riforma delle pensioni e Macron ha annunciato la marcia indietro.

Infatti, a Parigi continuano i violenti scontri: oggetti scagliati contro la polizia, lacrimogeni e cassonetti in fiamme.

Il Governo ha ritirato il punto che creava più problemi con i sindacati: l’introduzione di una soglia di età pari a 64 anni per poter ottenere il trattamento pensionistico “full”.

Edouard Philippe «disposto a ritirare» in via provvisoria la soglia dei 64 anni

Edouard Philippe, il primo ministro francese, ha inviato una lettera alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali contenente il seguente annuncio:

“Per dimostrare la mia fiducia nei confronti dei partner sociali e non pregiudicare il risultato dei loro lavori sulle misure da adottare per raggiungere l’equilibrio 2027, sono disposto a ritirare dal progetto di legge la misura di breve termine che avevo proposto”.

Infatti, lo stesso Philippe si dice essere “disposto a ritirare” in via provvisoria la soglia dei 64 anni, pur mantenendo il principio di un’età di equilibrio.

La riforma previdenziale francese prevede che i lavoratori dipendenti possano versare contributi estremamente ridotti per le porzioni di salario che eccedono i 10.000 euro al mese.

Attualmente i lavoratori dipendenti francesi versano circa il 28% del loro stipendio per adempiere i contributi previdenziali, di cui il 17% è a carico dell’azienda e l’11% a carico del lavoratore.

Francia: la riforma previdenziale avvantaggerà i ricchi?

La riforma pensata da Macron e Philippe comporterà un guadagno consistente per i dipendenti più ricchi e per le aziende per le quali lavorano.

Per gli economisti Antoine Bozio e Thomas Piketty il sistema pensionistico francese è

“dispersivo, complesso, incomprensibile per la maggior parte dei cittadini e la sua stabilità a lungo termine è in dubbio”.

È necessario un regime unico ma con alcune variazioni rispetto a quello proposto da Macron.

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