Incidente Corso Francia, l’8 luglio si apre il processo d’appello per Pietro Genovese

Il figlio del noto regista è stato condannato a 8 anni di reclusione per aver investito e ucciso le due adolescenti Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.

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I legali di Genovese avevano chiesto una condanna a due anni e 6 mesi con pena sospesa per l’incidente di Corso Francia.

La tragica morte di Gaia e Camilla

Era da poco passata la mezzanotte del 22 dicembre 2019, quando Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann furono travolte da un’auto in Corso Francia a Roma, nei pressi di Ponte Milvio.

Alla guida dell’auto che le travolse c’era Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo.

Il ragazzo, che era in macchina con altre due persone, risultò positivo all’alcoltest. Il tasso alcolico era infatti di 1,4, il triplo di quello consentito per legge ad un neopatentato.

Genovese procedeva ad una velocità di 90 Km/h, mentre su Corso Francia il limite è di 50 Km orari.

Le versioni sull’incidente di Corso Francia furono da subito discordanti. Gli amici di Pietro Genovese raccontarono che Gaia e Camilla erano sbucate fuori dal nulla e sarebbe stato impossibile vederle.

Altri testimoni raccontarono invece di aver visto le due ragazze attraversare vicino al semaforo, altri ancora che le adolescenti erano lontane dalle strisce e che avevano scavalcato il guardrail per attraversare.

Procura rigetta la richiesta di patteggiamento

Nel giugno dello scorso anno, la Procura ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dagli avvocati di Pietro Genovese.

Per il giovane, che causò l’incidente di Corso Francia, era stata chiesta una condanna a due anni e sei mesi di reclusione con pena sospesa.

Se la Procura avesse accettato la richiesta di Genovese, il ragazzo non soltanto non sarebbe finito in carcere, ma non avrebbe dovuto fare nemmeno fare i servizi sociali.

Il 20enne ha potuto comunque accedere al rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena.

La sentenza di condanna

Lo scorso 18 dicembre Pietro Genovese è stato condannato ad 8 anni di carcere per duplice omicidio stradale. 

“NESSUNO PUÒ CAPIRE QUELLO CHE SENTO, SONO SOLO DI FRONTE A QUESTA COSA”

aveva detto il ragazzo alla vigilia della sentenza.

Stando alla ricostruzione della difesa di Pietro Genovese, le due vittime avrebbero attraversato Corso Francia in un tratto in cui sarebbe stato impossibile evitarle, anche per via della pioggia e del buio.

Per la procura, invece, Pietro Genovese stava utilizzando il cellulare mentre era al volante.

Un fattore, che insieme al tasso alcolico superiore al limite consentito, avrebbe quindi compromesso la sua capacità alla guida.

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Le motivazioni della sentenza

Lo scorso febbraio sono state depositate le motivazioni della sentenza per la quale Pietro Genovese è stato condannato ad 8 anni di carcere.

Secondo il giudice dell’udienza preliminare, le due adolescenti:

“ERANO SULLE STRISCE PEDONALI, NEL TRATTO DELLA TERZA CORSIA DI SINISTRA DI CORSO FRANCIA, DOPO CHE QUESTE AVEVANO INIZIATO L’ATTRAVERSAMENTO CON IL VERDE PEDONALE MA SI ERANO FERMATE PER AVER NOTATO ALLA LORO SINISTRA PROVENIRE AD ALTA VELOCITÀ TRE AUTO IMPEGNATE IN UNA GARA DI SORPASSI, CHE NON ACCENNAVANO A RALLENTARE”.

Secondo il giudice quindi Pietro Genovese era impegnato in una gara di sorpassi quella sera, mentre Gaia e Camilla  attraversavano Corso Francia sulle strisce pedonali.

Al figlio del noto regista viene contestato un alto grado di colpevolezza e responsabilità nella morte delle due adolescenti.

“È ASSAI ELEVATO IL GRADO DI COLPA DELL’IMPUTATO, SOTTO IL PROFILO DEL QUANTUM DI EVITABILITÀ DELL’EVENTO”

ha scritto il gup.

Il ragazzo, nonostante fosse un neopatentato, si era messo alla guida dopo aver bevuto e quindi consapevole di poter causare una tragedia.

Inoltre, il giudice dell’udienza preliminare ha disposto la revoca a vita della patente a Pietro Genovese, come pena accessoria alla sentenza di condanna.

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Se verrà confermata, il ventunenne non potrà mai più guidare.

Il processo d’appello: i legali di Genovese fanno ricorso

L’8 luglio prossimo si aprirà il processo d’appello per Pietro Genovese, condannato in primo grado a 8 anni per omicidio stradale plurimo.

Gli avvocati di Pietro Genovese hanno fatto ricorso contro la sentenza.

Stando a quanto riferisce anche Fanpage, secondo i due legali del giovane:

“IL GIUDICE HA STRAVOLTO LE RISULTANZE DELLE IMMAGINI E PARCELLIZZATO LE PROVE, CON UNA RICOSTRUZIONE DEL TUTTO SINGOLARE”.

Secondo i legali, il giudice che ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti del loro assistito, avrebbe attinto esclusivamente al materiale probatorio che dimostrava la colpevolezza di Genovese.

“IL SUO MACCHINOSO RAGIONAMENTO SI CONCLUDE IN UNA SORTA DI AUTOCOMPIACIMENTO PER AVER RICOSTRUITO, NEL TEMPO E NELLO SPAZIO, IL PUNTO D ‘URTO (…) SCONFESSANDO TUTTE LE PROVE ASSUNTE “

scrivono i legali.

Secondo i due avvocati inoltre la pena comminata a Genovese, pur riconoscendo la gravità di quanto accaduto quella drammatica sera, sarebbe stata alta per via della pressione mediatica esercitata sulla vicenda.

Pietro Genovese, figlio di un personaggio pubblico, sarebbe stato “giudicato” anche tenendo conto di quello che il popolo italiano si aspettava da quella sentenza.

“L’INNEGABILE GRAVITÀ DEL FATTO È STATA AMPLIFICATA MEDIATICAMENTE E FATTI DEL TUTTO ANALOGHI SONO STATI SANZIONATI, DAL MEDESIMO UFFICIO DEL GIP, CON PENE DI GRAN LUNGA PIÙ MITI”

concludono i due legali.

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