Crisi in Libia, telefonata strategica tra Merkel e Conte: “E’ doveroso”

Mentre la crisi in Libia continua, il premier Conte ha avuto una telefonata strategica con la cancelliera Merkel. Cosa hanno deciso?

Crisi in Libia
Crisi in Libia, Merkel e Conte

In Libia la situazione non sembra essere tranquilla, per questo motivo il premier italiano ha deciso di attuare una linea insieme alla cancelliera tedesca, istituendo subito una linea difensiva e di controllo.

La telefonata tra Merkel e il premier Conte

L’Italia è in moto per cercare di risolvere la crisi che si è formata in Libia, con un Haftar che non desidera fermarsi e un Sarraj pronto a tutto per fare in modo che lo faccia.

L’Onu ha comunicato che alla data di ieri gli sfollati sono arrivati a 10mila, mentre sale il numero di morti e feriti – medici compresi. La strategia migliore è fare in modo che le truppe non arrivino nella parte più popolata di Tripoli proprio per non creare altri danni irreversibili.

Ma mentre Haftar è stato visto in Russia per una riunione non ufficiale, il Premier Conte  – come si evince da Repubblica – ha cercato un appoggio e una strategia da seguire insieme alla cancelliera Angela Merkel.

Germania e Italia seguono insieme un percorso neutro cercando di avere contatti e confronti sia con Haftar e sia con Sarraj – convinti che la politica sia l’unica strada da percorrere per arrivare alla fine della questione.

Il documento chiave dell’Unione Europea

Il Wall Street Journal ha dichiarato che l’Arabia Saudita ha promesso molte migliaia di dollari ad Haftar, consegnati solo se continua la sua offensiva verso Tripoli.

Dalla Unione Europea è stato preparato un documento, dichiarazione dapprima bloccata dalla Francia, con un testo diretto. I 28 Stati membri lo hanno approvato e nello stesso si avverte che il generale Haftar con i suoi attacchi mette in pericolo tutti i civili e blocca così un processo politico – continuando con la richiesta di fermare tutte le operazioni militari: il tutto senza citare il nome del generale ma solo del suo esercito. 

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