Coronavirus, positivo un agente della scorta di Conte: il premier è negativo

Un agente della scorta di Giuseppe Conte è risultato positivo al test del Coronavirus. Nessun pericolo per il premier, che ha già effettuato il test.

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Sovrintendente di polizia della scorta di Conte ha contratto il coronavirus. L’uomo è ricoverato all’ospedale di Tor Vergata.

Positivo agente della scorta di Conte

Un agente della scorta di Giuseppe Conte è risultato positivo al coronavirus. Come evidenzia anche La Repubblica, si tratta di un sovrintendente di Polizia che fa parte della scorta del premier.

L’uomo ha effettuato il test una decina di giorni fa e da allora è ricoverato al Policlinico di Tor Vergata. L’agente non è mai stato nella stessa macchina del Presidente del Consiglio e pare che i tamponi sugli altri uomini della scorta abbiano dati tutti esito negativo.

Il premier ha già effettuato il test e sta bene: il tampone ha dato esito negativo. Messi in quarantena preventiva anche gli altri agenti della scorta di Giuseppe Conte, ma sembra che nessuno di loro abbia contratto il coronavirus.

Un caso simile era già accaduto all’ex Minsitro degli Interni, Matteo Salvini. Anche in quel caso, un agente della sua scorta era risultato positivo al coronavirus, ma l’uomo non aveva avuto contatti diretti con Salvini.

Le restrizioni di Conte

Intanto, nella serata di ieri il premier Giuseppe Conte ha tenuto un discorso per annunciare altre restrizioni.

Dato l’alto numero di vittime che ancora si registra, il governo ha deciso di chiudere tutte le attività che non producano beni di prima necessità. 

Quindi restano aperti farmacie, supermercati, banche e servizi di trasporto. Una decisione forzata ma necessaria visto che l’emergenza coronavirus non accenna a diminuire. Soltanto ieri, infatti, sono state 793 le vittime in tutta Italia. Un bollettino di guerra che, quotidianamente, registra ancora moltissime vittime.

Ospedali al collasso e cimiteri che non riescono più a contenere le salme: il premier Conte ha definito la crisi attuale come la più ardua da affrontare dal secondo dopoguerra.

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