Coronavirus: stop a gite e viaggi d’istruzione, come chiedere il rimborso

Coronavirus: chi rimborserà l’anticipo o l’intera somma versata dalle famiglie degli studenti che hanno aderito ai viaggi programmati dalle scuole?

C’è attesa per l’adozione, da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’ordinanza del Decreto approvato in Consiglio dei Ministri che stoppa i viaggi di istruzione.

In molti si chiedono chi rimborserà le agenzie di viaggio, in tutti i casi di già avvenuta assegnazione del viaggio.

È stato emesso un ordine superiore da parte del Governo e del Miur di sospendere per il momento tutte quelle attività didattiche che si svolgono al di fuori degli istituti scolastici.

Sicuramente sarà lo stesso Miur a trovare una formula risolutiva con le agenzie di viaggi per ovviare all’imprevisto.

Gite scolastiche sospese: come si rifonderanno i soldi già spesi per i viaggi di istruzione?

Si potrebbe rimandare il viaggio di istruzione in un altro periodo dove l’emergenza è rientrata: ecco perché si è voluto “sospendere” le attività.

“Il problema è come si rifonderanno i soldi già spesi per i viaggi di istruzione. Interverrà il Governo con decreto legge? Si farà ricorso alle assicurazioni?”,

si domanda lo stesso Presidente dell’Associazione Presidi del Lazio Mario Rusconi.

Bisogna capire cosa accadrà nei casi in cui le scuole non avessero stipulato il contratto con l’agenzia di viaggi per la gita scolastica dei loro allievi in Italia o all’estero, senza sottoscrivere l’assicurazione facoltativa.

Nel caso in cui non sarà possibile posticipare le gite scolastiche, sarà il MIUR stesso a pagare le penali?

Coronavirus: stop alle gite scolastiche anche quelle di poche ore

Il ministero dell’Istruzione ha sospeso i viaggi d’istruzione a partire già da domenica 23 febbraio.

Ma non è ancora chiaro se la disposizione riguardi tutte le uscite didattiche, in particolare anche quelle di poche ore da svolgere all’interno dello stesso Comune dove sono collocate le scuole.

Se si legge attentamente la nota del Dicastero sembrerebbe che la disposizione riguardi tutte le uscite da scuola, anche quelle “brevi”.

 

 

 

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