Caso Marco Vannini, i difensori di Antonio Ciontoli: “Omicidio volontario? Va dimostrata la volontà”

Continuano le indagini e le indiscrezioni sul grave caso di Marco Vannini, dove le domande sono sempre più delle risposte

Caso Marco Vannini, i difensori di Antonio Ciontoli: "Omicidio volontario? Va dimostrata la volontà"
Vannini – Ciontoli

Gli avvocati difensori di Antonio Ciontoli hanno spiegato il motivo della riduzione della pena e di come si senta l’uomo in questo momento.

Gli avvocati difensori di Ciotoli

Andrea Miroli e Pietro Messina sono i legali difensori di Antonio Ciontoli – l’uomo accusato di aver sparato con un colpo di pistola Marco Vannini e averlo lasciato morire, all’interno di una vasca da bagno nonché padre di Martina (la fidanzata di Marco).

I due difensori di Ciontoli sul caso Marco Vannini hanno commentato la tanto discussa riduzione della pena da 11 a 5 anni in secondo grado:

“La corte di assise d’appello ha applicato il massimo della pena per omicidio colposo”

Hanno evidenziato i due avvocati aggiungendo che non è una decisione che deve essere contestata ai magistrati, che hanno solo operato in merito a ciò che detta la Legge Italiana

“noi comprendiamo il dolore della famiglia vannini, ma in uno stato vengono applicate delle regole”

Per quanto riguarda l’omicidio volontario, i due difensori specificano che prima dovrebbe essere dimostrata la vera e propria volontà.

Antonio Ciontoli presto libero?

Ai difensori della famiglia Ciontoli, durante l’intervista esclusiva di Quarto Grado, viene anche chiesto se Antonio potrebbe essere assolto e messo in libertà

“assolto no, assolutamente”

Dichiarando che lo stesso Ciontoli si è preso responsabilità dell’accaduto, ovvero della morte tragica di Marco Vannini, pur proclamando la totale inesattezza quando gli viene detto che avrebbe voluto la morte del ragazzo.

Nonostante tutto, l’ira della mamma Marina non si ferma e la donna è seriamente convinta ad andare avanti sino a quando non verrà fatta giustizia. 

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