India, protesta dei contadini contro liberalizzazione commercio

Proseguono le proteste e le manifestazioni dei contadini contro la liberalizzazione del commercio agricolo. Sciopero generale e marcia su Delhi.

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polizia indiana – iStock

Gli agricoltori e piccoli produttori agricoli indiani protestano per la liberalizzazione del commercio agricolo deciso da Narendra Modi: sciopero generale dei contadini attuato ieri.

Contadini protestano contro liberalizzazione

Nella giornata di ieri in India i contadini si sono accordati per mettere in atto uno sciopero generale per contrastare le nuovi legge sulla liberalizzazione del commercio agricolo. Alla fine di settembre 2020 il primo ministro Modi ha approvato le nuove norme rendendo liberale il commercio agricolo. I contadini e gli agricoltori sono circa 650 milioni e costituiscono di fatto quasi metà di tutta la popolazione del paese.

Già da mesi incalzavano le proteste in strada e a fine novembre c’è stata una grande marcia su Delhi a dimostrazione del malcontento di questa categoria di lavoratori: fiumi di persone a piedi, sui macchinari agricoli o in motorini totalmente attrezzati per dormire in strada.

La marcia su Delhi, si legge su IlPost.it, è stato un momento di crisi che il primo ministro Modi ha dovuto affrontare, il primo da quando ricopre questa carica politica.

Nonostante le paure dei piccoli commercianti e degli agricoltori, Modi sostiene che tale riforma sarà benefica per l’intero settore agricolo: gli investimenti del settore privato cresceranno e anche il reddito stesso aumenterà.

La nuova legge per il settore agricolo

In India oltre alla pandemia e la nuova patologia misteriosa affliggono il paese proteste e manifestazioni contro le nuove leggi.

A fine settembre il governo indiano a predisposto nuove leggi inerenti alla liberalizzazione del commercio agricolo. Nessuna organizzazione di tipo agricolo però è stata preventivamente interpellata per discuterne gli aspetti, i pro oppure i contro.

Il Parlamento ha approvato 3 leggi che rendono il mercato agricolo indiano sempre più simile ad un mercato unico e liberalizzato. Grazie alle nuove norme i contadini come anche i commercianti non saranno più vincolati dai prezzi nel vendere la merce-

Prima della riforma c’erano limitazioni forti che impedivano la commercializzazione libera. In questo modo il governo ha potuto accumulare nel tempo ingenti scorte di cibo (grano, riso, ecc) che veniva rivendute a prezzi ribassati alle persone più bisognose.

Con le nuovi leggi i contadini hanno paura di non aver abbastanza potere nella trattazione con le grandi imprese distributive. Non sono certi di raggiungere un buon accordo di prezzo e che sia vantaggioso soprattutto per i contadini stessi. Si dice che saranno proprio le grandi imprese agricole a beneficiare maggiormente della riforme e non gli agricoltori e i piccoli produttori. Per questo motivo le manifestazioni e le proteste hanno iniziato a invadere il paese.

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