Contratti e precari, in programma uno sciopero dei dipendenti pubblici

Nonostante lo sciopero dei dipendenti i servizi essenziali ai cittadini sono garantiti. Escluso dalla protesta anche il personale scolastico.

sciopero dipendenti
I precari starebbero protestando per un nuovo contratto.

Sarebbe in programma per quest’oggi uno sciopero dei dipendenti pubblici. Con questa protesta i lavoratori sperano di ottenere un rinnovo del contratto, maggiore sicurezza sul posto di lavoro e non solo. Infatti, alcuni precari starebbe addirittura lottando per l’assunzione a tempo indeterminato.

I lavoratori dalla protesta sperano di ottenere dei nuovi contratti

Nonostante questa protesta rischi di mettere in ginocchio alcuni settori saranno garantiti i servizi essenziali. Inoltre, allo sciopero dei dipendenti non parteciperanno i membri del personale scolastico.

“I lavoratori e le lavoratrici pubbliche scioperano perché vogliono che sia riformata la pubblica amministrazione. E non si riforma senza fare assunzioni e investire”.

Queste le parole della portavoce della Cisl Annamaria Furlan la quale aggiunge come sarebbero più di 350mila i precari che lavorano nei settori pubblici, dei quali 60mila solo nella sanità.

Sarebbero circa 350mila i lavoratori precari in Italia

A programmare la predetta protesta sarebbero state diverse associazioni come: Cgil, Cisl e Uil. A nulla sarebbero valsi i tentativi di mediazione del ministro della Pa, Fabiana Dadone programmati per domani. I manifestanti, infatti, avrebbero ritenuto la data troppo tardiva restando sulla linea dello sciopero.

“Per digitalizzare la pubblica amministrazione bisogna investire dei soldi Oggi un lavoratore o una lavoratrice in smart working si paga il computer e le bollette della luce, l’allacciamento ad internet e non ha fatto percorsi formativi. Non è così che riformiamo la Pa”.

Tra i vari temi di cui si dovrà discutere, inoltre, anche quello legato allo smart working come suggerito dalla Furlan. Sono diversi, infatti, i piani legati alla digitalizzazione del lavoro. Non resta, quindi, che attendere ulteriori novità in merito sperando in un accordo che soddisfi ambo i lati.

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