Nel drammatico naufragio, avvenuto lo scorso 11 novembre, aveva perso la vita anche il piccolo Joseph, 6 mesi, oltre ad altre 5 persone.
Lo scafista è stato fermato dalla Guardia Costiera, con l’accusa di naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il naufragio nel Mediterraneo e la morte del piccolo Joseph
La Squadra mobile di Trapani ha fermato un 21enne del Ciad, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato e naufragio.
Sarebbe proprio lui lo scafista alla guida del gommone naufragato al largo delle coste libiche lo scorso 11 novembre. Come riferisce anche La Stampa, l’inchiesta della Procura di Agrigento riguarda eventuali ritardi o errori nei soccorsi.
Il gommone, che era partito due giorni prima dalla città di Sorman, fu avvistato da un aereo di Frontex, che segnalò l’accaduto alla nave della Open Arms.
Poco dopo l’arrivo dei soccorsi, il gommone si spezzò in due, facendo finire in acqua tutti i migranti che si trovavano a bordo, 112 in totale, sei dei quali persero la vita. Tra loro, il piccolo Joseph, 6 mesi appena, morì, dopo essere stato soccorso dagli operatori.
A Lampedusa, insieme alla mamma del bambino, appena 17enne, fu portata pure un’altra giovane donna incinta, che ha raccontato quanto avvenuto sul gommone prima del naufragio.
La competenza dell’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e naufragio colposo è stata quindi affidata alla Procura di Agrigento.
Fermato uno scafista
L’inchiesta della Procura di Agrigento vuole accertare innanzitutto se vi siano stati dei ritardi, costati la vita al piccolo Joseph e alle altre 5 vittime del naufragio.
“Decisive le ricostruzioni effettuate attraverso le testimonianze dei migranti, che hanno raccontato la dinamica del viaggio, nonché offerto significativi elementi indiziari a carico dell’indagato”
ha fatto sapere la Questura di Trapani.
Il 21enne è ora accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e naufragio.