Tensioni Usa-Vaticano, Papa Francesco non riceverà Mike Pompeo

In visita ufficiale in Italia, il segretario di Stato americano Mike Pompeo non sarà ricevuto da Papa Francesco ma dal Cardinal Parolin.

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“Trump non strumentalizzi il Papa per la sua campagna elettorale”,

è stata la reazione di monsignor Gallagher.

Secondo gli esperti, le relazioni tra il Vaticano e gli Stati Uniti hanno sperimentato un indurimento straordinario negli ultimi giorni.

Papa Francesco ha annunciato che non riceverà il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, che visiterà l’Italia la prossima settimana, perché

“questo potrebbe influenzare la campagna elettorale degli Stati Uniti”.

Anche se nell’ottobre 2019, il Papa ha ricevuto Pompeo in Vaticano, la Santità ha assicurato che

“in questa occasione, non incontrerò personalità politiche in mezzo a campagne elettorali per evitare qualsiasi tipo di manipolazione”.

Tensioni tra USA  e Vaticano: ecco la ragione

Il rifiuto del Papa è arrivato dopo che Washington ha criticato la Cina e il rinnovo dell’accordo del Vaticano per quanto riguarda la nomina dei vescovi cattolici cinesi.

“Due anni fa, la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito Comunista Cinese (CCP), sperando di aiutare i cattolici cinesi”.

La Santa Sede

“dovrebbe rinunciare all’accordo in quanto metterebbe a repentaglio la sua autorità morale”,

ha aggiunto.

Il 29 e 30 settembre Pompeo ha visitato l’Italia per partecipare a un simposio sull’avanzamento e la difesa della libertà religiosa organizzato dall’Ambasciata degli Stati Uniti nel paese europeo.

Tensioni USA – Vaticano: il Papa non vuole farsi strumentalizzare

Il Papa non ci sta ad incontrare Pompeo visto che c’è un tentativo di strumentalizzare il Papa nella partecipazione del segretario USA a un simposio sulla libertà religiosa in Vaticano.

È quanto denunciato dal monsignor Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano, parlando al margine del simposio sulla libertà religiosa organizzato dall’ambasciata degli Usa presso la Santa Sede.

Si tratta di una vera e propria mossa plateale, per il ministro degli Esteri di Donald Trump, che la diplomazia vaticana ha rispedito al mittente.

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