Scuola, Azzolina: da settembre niente sdoppiamento delle classi, niente doppi turni

Scuola, Azzolina: pannelli di plexiglass e utilizzo delle visiere

Dopo due ore di videoconferenza sulla scuola la Ministra Lucia Azzolina illustra le due opzioni possibili: una nel caso di contagio “meno veloce” ed una seconda opzione nel caso di situazione epidemiologica che necessiti di mantenere adeguate misure di distanziamento.

Per assicurare sicurezza agli studenti si potranno prevedere

“pannelli in plexiglass nelle aule a compartimentale i banchi”

e introdurre opere di edilizia leggera nelle aree esterne degli edifici scolastici.

Inoltre, si pensa all’utilizzo delle visiere al posto delle mascherine per mantenere la socialità.

“Non penso siano possibili doppi turni, sdoppiamenti delle classi”,

ha aggiunto la ministra Azzolina che non accoglie i suggerimenti del Comitato ministeriale per la ripartenza presieduto da Patrizio Bianchi.

Allo studio anche i famosi 40 minuti di lezione al posto dell’ora.

Scuola, il problema delle risorse e del personale necessario per la riapertura

I Presidenti di Anci e Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini ed Antonio Decaro, mettono in evidenza il problema delle risorse e del personale necessario per la riapertura.

«Sulla scuola stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi e ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera»,

sottolinea la Ministra Azzolina.

Quello per la scuola deve essere un

“piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio”.

Tutte le parti sono d’accordo che riaprire la scuola a settembre è un problema complesso, ma comunque sia raggiungibile.

“Lavoriamo tutti, ciascuno per la propria parte, il Paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola”.

Scuola, la discussione sulla ripartenza è importante ma “in grave ritardo”

Dalle Regioni e Comuni è arrivato un allarme su risorse ed organici.

Il Presidente dell’Anci Decaro sottolinea che la riapertura delle scuole a settembre comporta molte criticità e

«una serie di necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto».

Per il segretario della Cgil Maurizio Landini ed il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, è importante discutere sulla ripartenza della scuola, ma

“in grave ritardo”.

Il prossimo 8 giugno è stato indetto uno sciopero per sollecitare il Governo a fare le scelte necessarie e per rimettere la scuola al centro delle priorità del paese.

Scuola, il problema delle risorse e la necessità di nuovi finanziamenti

Al momento non ci sono nuovi finanziamenti per la scuola: Comuni, Regioni e Sindacati li chiedono e il Presidente Conte, rivolgendosi alla Ministra dell’Istruzione Azzolina, dice:

“Con i molti soldi che arriveranno dall’Europa dovremo fare un forte investimento su scuola, università e ricerca”.

È necessario

“il doppio degli stanziamenti fin qui messi nel Decreto rilancio”,

sottolinea Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani.

“Sono necessari, dicono ora gli enti locali, almeno tre miliardi aggiuntivi”.

Scuola: i problemi della didattica a distanza

In questi mesi di chiusura delle scuole

“abbiamo tutti imparato qualcosa in questi mesi di videolezioni”,

ha detto il Premier Conte,

“ma ci sono state distorsioni”.

La didattica a distanza a messo in difficoltà le famiglie italiane che non erano preparate e

“alcune non disponevano di dispositivi elettronici sufficienti.

Questo è il futuro, io ho un figlio piccolo ed è impossibile staccarlo dal cellulare”.

Il gap tecnologico non potrà essere superato fino a quando tutto il Paese non avrà un accesso gratuito a Internet.

Oltre ai problemi di natura tecnologico, la Didattica a distanza ha messo in evidenza che ci sono problemi di natura organizzativa.

Per ogni famiglia

“è diventato stressante per la paura di non essere al passo con i ritmi incalzanti dei docenti che devono continuare a produrre materiale da valutare”.

E per le famiglie che hanno più figli e che devono lavorare in smart working il problema dell’organizzazione è ancora più marcato visto che non si hanno sufficienti pc.

 

 

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