Lavoro femminile: con l’emergenza Covid-19 si rischia un nuovo stop

Crisi Covid-19 e Lavoro femminile: gli studi e le ricerche

A lanciare l’allarme è Banca d’Italia: il trend delle ricerche di lavoro condotte attraverso il motore di ricerca Google ha mostrato un calo significativo in concomitanza con il varo di misure di sospensione delle attività.

La chiusura delle scuole, la necessità di cura dei figli in età scolare potrebbe precludere o limitare la regolare continuazione dell’attività lavorativa dei genitori.

Sono soprattutto le donne, che tipicamente percepiscono un reddito inferiore, ad avere maggiori probabilità di abbandonare l’impiego o ridurre l’orario di lavoro.

Secondo la ricerca condotta da economisti delle Università di Cambridge, Oxford e Zurigo tra il 9 e il 14 aprile, sia le madri occupate che quelle disoccupate impiegano circa sei ore a fornire assistenza ai figli e istruzione domestica ogni giorno lavorativo contro le 4 ore impiegate dai padri.

Si tratta di un gap di genere che l’emergenza Covid-19 ha rafforzato ulteriormente.

The Guardian evidenzia un calo del numero di articoli accademici scritti da ricercatrici (a fronte di un incremento di ricerche scritte dai colleghi uomini).

Lavoro, per le donne la crisi sarà più dura

Ci vorrà tempo affinchè il mercato occupazionale si riprenda e i mesi a seguire sono tutti in salita.

Le fasce deboli soffrono di più e le donne sono particolarmente fragili nel mercato occupazionale.

Paola Profeta, Professore associato di Scienze delle Finanze all’Università Bocconi ed esperta di economia di genere, sottolinea che in Italia meno di una donna su due lavora (il 48,9 %), un terzo ha impieghi part-time (contro l’8,7 per cento degli uomini), il 13,7 per cento ha contratti a tempo determinato.

Le donne che lavorano guadagnano in media il 10 per cento in meno.

In questa crisi economica cagionata dalla pandemia Covid-19 le donne sono più esposte e rischiano tanto, soprattutto la forza di lavoro impiegata nel settore turistico, commercio e comunicazione.

I contratti più a rischio sono quelli a tempo determinato ed i contratti part-time.

Tuttavia, bisogna anche dire che con la crisi è emerso un modello diverso che valorizza i risultati rispetto alla presenza fisica.

Ciò può aiutare le donne a conciliare meglio la vita lavorativa e quella familiare.

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