Coronavirus nel mondo, 2000 contagi in Spagna e fuga dalla Francia: la terribile situazione aggiornata

Mentre il numero di contagi da coronavirus in Italia non accenna a scendere, l’emergenza sta dilagando anche nel resto del mondo.

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L’Europa chiude le sue frontiere a causa del coronavirus ma le merci, al suo interno, potranno ancora circolare.

La situazione in Europa

Sospesi, dunque, gli ingressi e le uscite per l’emergenza coronavirus. Loha rimarcato Macron che, durante la sua conferenza stampa ha affermato  che siamo in guerra. In Francia è stata adottata una politica simile a quella italiana. Sono 6655 i contagiati e 148 i deceduti. Intanto, proprio come nel nostro paese, è iniziato l’esodo dal nord a sud della Francia. Le stazioni di Parigi erano piene di persone che cercavano di prendere un treno.

In Germania restano aperte soltanto farmacie, supermercati e banche con 7272 contagiati e 17 morti. Ci sono paesi più cauti come l’Olanda che non vuol sentire parlare di quarantene. La Spagna è quella più colpita dopo l’Italia e chiama in campo l’esercito per evitare gli assembramenti. Sono stati oltre 2000 i contagi in un solo giorno.

Gli aggiornamenti nel mondo

Nel Regno Unito si attendono nuove misure da parte di Johnson che ha leggermente invertito la rotta. Le misure pro isolamento sociale sono arrivate ma senza essere imposte ma solo consigliate. Pertanto, restano aperte le scuole come pure i negozi, i teatri, i musei. Dal ministro degli Esteri è stato chiesto alla popolazione di evitare i viaggi. Il monito dall’Oms è stato quello di fare i tamponi che, di fatto, non vengono fatti a chi presenta sintomi lievi. Ai tamponi non ha accesso nemmeno il personale sanitario.

A Whuan i medici arrivati per fronteggiare l’emergenza, lanciano la provincia. Sono stati 1235 i pazienti curati nell’ospedale improvvisato. Questo perché c’è stato soltanto un nuovo contagio. In Corea la riapertura delle scuole è slittata al 6 aprile.

Donald Trump ha affermato che la pandemia potrebbe durare fino ad agosto e, intanto, prende i primi provvedimenti per supportare l’economia degli Stati Uniti.

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