Coronavirus, anche i giovani non devono sottovalutare l’emergenza: tra fake e dati certi

Emergenza Coronavirus: anche i giovani in rianimazione ed in terapia intensiva

I locali e i punti di aggregazione devono restare chiusi e i cittadini devono restare a casa: sono queste le regole e le norme per evitare che il numero dei contagiati da coronavirus continui a salire.

Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, conferma la necessità di stoppare definitivamente la movida in tutta Italia.

“Gli adolescenti si considerano immortali. Ma ci sono anche giovani in rianimazione con problemi decisamente seri. Trentenni e anche più giovani. Pochi casi, ma ci sono”,

sottolinea lo stesso Galli.

Non bisogna allarmarsi e si deve evitare le psicosi e, soprattutto, evitare di diffondere audio fake che parlano di giovani ventenni “intubati”.

Ieri l’Ospedale Niguarda di Milano ha smentito la notizia: i sanitari hanno rivelato che si tratta di una menzogna.

Il professor Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele, sottolinea che si tratta di:

“Una menzogna e una porcheria inqualificabile”,

e rivela che ci sono 27 persone in terapia intensiva, 6 sono guariti e uno ha 18 anni.

Anche se l’età media dei pazienti colpiti da polmonite e tosse secca è di 70 anni, capita che un giovane possa ammalarsi a seguito del contagio del coronavirus.

Emergenza coronavirus: i dati della Protezione civile

Per rimanere aggiornati sull’evolversi della situazione è importante leggere i dati diffusi dalla Protezione civile ed è bene evitare allarmismi, psicosi e leggere fake news che circolano online.

Solo l’1 per cento dei malati sotto ai 60 anni muore di coronavirus.

Dai dati aggiornati sono 7.985 i casi di contagio, 724 i guariti, 463 i decessi

Analizzando l’età delle vittime il 10% dei pazienti aveva dai 60 ai 69 anni; il 31% da 70 a 79 anni; il 44% da 80 a 89 anni; il 14 per cento ultra 90enni.

I giovani sono i meno colpiti. L’assessore regionale lombardo Giulio Gallera conferma che tra i pazienti ricoverati non ci sono pazienti sotto i 25 anni ed il 37% ha tra i 65 e i 74 anni.

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