Vigile suicida a Palazzolo, l’ex compagna rompe il silenzio: “Era disperato”

Il vigile suicida a Palazzolo aveva passato un periodo molto cupo a causa dei social che lo avevano investito di insulti. Ora l’ex compagna racconta alcuni dettagli

Vigile suicida a Palazzolo
Vigile suicida a Palazzolo

Nonostante la terribile vicenda del vigile suicida a Palazzolo non sembra essere legata agli insulti sui social, qualcosa potrebbe averlo portato alla disperazione.

Il suicidio di Gian Marco Lorito

Gian Marco Lorito si è sparato con la sua pistola d’ordinanza e mai nessuno avrebbe pensato che la sua fine sarebbe stata questa, così drastica e triste.

La tragedia è avvenuta all’alba di ieri nella provincia di Brescia, lasciando tutti senza parole. Un disagio, una tristezza che ha portato questo 44enne ad un gesto estremo.

I dettagli di quanto accaduto a questo vigile hanno fatto il giro dei più autorevoli media italiani: Lorito infatti è stato protagonista di una vicenda che risale allo scorso 24 gennaio. L’uomo aveva parcheggiato in un posto riservato ai disabili e la notizia era apparsa subito su web e giornali.

Una vicenda che si sarebbe potuta risolvere velocemente considerando che Lorito ha chiesto immediatamente scusa e ha pagato la multa relativa alla sua svista. Si era anche scusato e aveva spiegato:

“non ho parole per esprimere il mio rammarico. voglio precisare che non era mia intenzione, ma purtroppo mi sono confuso con la segnaletica”

I social però non lo hanno perdonato e il vigile ha dovuto subire parole e insulti di ogni tipologia.

Le parole della ex compagna

Il comandante e sindaco del paese Modina ha spiegato al Corriere della Sera:

“portava la sua divisa con enorme dignità, grande impegno e acuta sensibilità”

Non è detto che dietro il suo forte gesto ci sia la forte pressione di quella vicenda e il grande caos mediatico avvenuto successivamente.

L’ex compagna Marisa Murgia – con la quale l’uomo ha sempre mantenuto un ottimo rapporto – ha dichiarato (come si evince sempre dal quotidiano):

“era disperato, non si dava pace per quello che era successo. i social uccidono”

 

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