Iran, il Pentagono assicura: “Non colpiremo siti culturali” e la Germania annuncia ritiro truppe

Il Pentagono smentisce il Presidente Trump sulla possibilità di colpire obiettivi culturali in Iran. Intanto la Germania annuncia il ritiro delle truppe tedesche

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Retromarcia degli Stati Uniti sugli obiettivi culturali in Iran e il ritiro delle truppe tedesche.

Il dietrofront del Pentagono

Il capo del Pentagono fa dietrofront e smentisce in pieno l’annuncio del presidente americano Donald Trump, comparso su Twitter lo scorso 4 gennaio.

“Non prenderemo di mira i siti culturali in Iran”

assicura il segretario della difesa, Mark Esper. Come evidenzia anche La Repubblica, la smentita arriva dopo il pesante Tweet del capo dello Stato americano che aveva annunciato l’intenzione degli Stati Uniti di colpire 52 obiettivi in Iran, inclusi alcuni siti culturali.

Lo stesso segretario di Stato, Mike Pompeo, ha assicurato che le leggi di guerra saranno rispettate. Colpire siti culturali è infatti un crimine di guerra che viola la Convenzione dell’Aia del 1954. Sono almeno una ventina i siti culturali in Iran riconosciuti dall’Unesco.

Intanto, nella giornata di ieri, 6 gennaio, si sono tenuti i funerali di Qassed Soleimani. Una folla di persone è giunta a Teheran per dare l’ultimo saluto al generale ucciso durante un raid aereo statunitense. Striscioni e slogan contro l’America hanno campeggiato durante tutta la cerimonia funebre.

Oggi è prevista la sepoltura del generale in Keman, città natale di Soleimani.

La Germania ritira le truppe dall’Iraq

Intanto, come riporta anche Tgcom24, la Germania ha annunciato un’importante contromossa. Vista la tensione ormai evidente tra il fronte degli Stati Uniti e quello iraniano, il paese tedesco ha annunciato il ritiro di una parte delle sue truppe che si trovano in Iraq come coalizione anti-Isis.

Ad annunciarlo, il Ministero della Difesa tedesco che ha comunicato il trasferimento di una trentina di militari da Baghdad e Taji verso la Giordania e il Kuwait.

Nel contempo, il deputato iracheno Ahmad al Assadi chiede la permanenza dei soldati italiani nel Paese.

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