Incidente Ponte Milvio, l’agghiacciante racconto del testimone chiave

Molti i punti interrogativi sull’incidente Ponte Milvio dove sono morte Gaia e Camilla: ora emerge un testimone chiave

Incidente Ponte Milvio
Incidente Ponte Milvio

Indagini ancora in corso per l’incidente a Ponte Milvio, dove hanno perso la vita due ragazze di 16 anni investite dal figlio del noto regista.

Gaia e Camilla morte sul colpo

Ci sono delle indagini ancora in corso per capire esattamente cosa sia accaduto in quel tratto di strada famoso per la movida romana. Da una parte Pietro Genovese – figlio del noto regista – a bordo della sua auto che ha investito le due ragazze, mentre dall’altra parte Gaia e Camilla morte a soli 16 anni.

Pietro Genovese afferma di essere passato con il verde e di non aver visto le due giovani attraversare. I risultati dei test svolti sono risultati essere positivi sia per alcol e sia per droga: il tasso alcolemico registrato è pari a 1.4 (tre volte più alto di quello consentito per legge).

Secondo i primi risultati dell’autopsia le due giovani sono morte sul colpo a seguito del violento impatto che ha frantumato loro la scatola cranica. Sempre secondo quanto emerso – come da dettaglio di questo nostro articolo – non sarebbero state travolte da altre auto, come invece ipotizzato da alcuni testimoni presenti sul luogo quella sera.

Pietro Genovese rischia 18 anni di reclusione, accusato di duplice omicidio stradale.

Il racconto del testimone chiave

C’è un testimone chiave ritenuto dagli inquirenti attendibile nella ricostruzione dei fatti (e che verrà riascoltato nei prossimi giorni), come racconta anche il Messaggero. Il ragazzo di 16 anni era a bordo di una minicar ed ha assistito all’incidente.

Ha raccontato che il semaforo in quel momento fosse verde per le auto che viaggiano verso il Raccordo mentre quello pedonale rosso. Gaia e Camilla – sempre secondo la testimonianza – avrebbero scavalcato il guardrail sotto la pioggia battente di quella notte – che si trova a pochi passi dal ristorante T Bone Station.

Secondo il testimone, Pietro Genovese non avrebbe potuto evitarle in quanto fuori dalla sua visuale. Non solo, perché una prima macchina le avrebbe evitate e sfiorate per un secondo:

“non poteva evitarle”

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