Ex Ilva, scatta la cassa integrazione per 3.500 dipendenti

Saranno 3500 i lavoratori dell’ex Ilva per cui scatterà la cassa integrazione. La decisione è stata presa a seguito della chiusura della produzione dell’altoforno 2.

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La colpa sul caso dell’ex Ilva, per Fim, Fiom e Uilm sarebbe dell’ArcelorMittal che lascerà a casa questo grande numero di lavoratori.

Ex Ilva: chiuderà l’altoforno 2 lasciando a casa migliaia di operai

Ex Ilva: sono state convocate le organizzazioni sindacali dall’ArcelorMittal per comunicare la chiusura dell’altoforno 2. La produzione dell’altoforno si arresterà venerdì 13 dicembre facendo sì che per 3500 dipendenti scatti la cassa integrazione. La chiusura è stata necessaria perché il Tribunale di Taranto non ha approvato la richiesta di proroga. L’altoforno non sarebbe a norma.

Un provvedimento straordinario che non ha nulla a che vedere con la cassa integrazione ordinaria a cui è stato fatto ricorso da ArcelorMittal lo scorso luglio.

I sindacati non sono d’accordo

Nella cassa integrazione straordinaria sono inclusi anche i 1273 operai per i quali era stata richiesta la proroga. Per Fim, Fiom e Uilm la decisione presa da ArcelorMittal non va bene. In una nota, pubblicata anche su il Post si legge:

“Hanno rigettato la comunicazione avanzata da Arcelor Mittal e già a partire da domani, in occasione dell’incontro ministeriale, chiederanno con forza di fare chiarezza su una procedura di cassa integrazione che, di fatto, sostituirebbe l’attuale Cigo per crisi congiunturale con la Cgis facendolo diventare un problema di carattere strutturale”.

È necessario per i sindacati che venga fatta chiarezza sul futuro dell’ex Ilva da diversi punti di vista: ambientale, occupazionale e industriale.

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