Terremoto di Amatrice, le famiglie delle vittime nel dolore: “Nessuno ci aiuta”

Nulla è cambiato per i terremotati di Amatrice. I familiari delle vittime lamentano di essere stati seriamente abbandonati dalle istituzioni

Terremoto di Amatrice
Terremoto di Amatrice

I cittadini di Amatrice colpiti dai terremoti del 24 agosto 2016 e del 18 gennaio 2017 si rimboccano le maniche e lo fanno da soli, senza un aiuto che venga dall’alto.

A tre anni dal primo terremoto di Amatrice, il ricordo delle vittime del sisma

Sono 299 le vittime del terremoto di Amatrice, ma vittime sono anche i loro parenti, i sopravvissuti, coloro che ce l’hanno fatta.

Per alcuni di loro, farcela si è rivelato un destino forse più crudele della morte stessa. Nessun padre e nessuna madre dovrebbero estrarre i corpo senza vita dei loro figli, sottratti alle macerie di case, abitazioni, edifici pubblici.

A Saletta, una frazione di Amatrice che conta dodici residenti, sono morte ventidue persone. Tra loro, i genitori di Giada Nobile, che sono stati trovati morti, abbracciati a letto. La ragazza ha scritto una canzone, che ha dedicato a tutte le vittime del terremoto.

Ma cosa è cambiato rispetto a tre anni fa? I familiari delle vittime continuano a essere ignorati dalle istituzioni.

I terremotati di Amatrice abbandonati dalle istituzioni, l’urlo di Giada

I cittadini di Amatrice, colpiti dal violento terremoto che si è abbattuto sulla città nel 2016, dopo tre anni non hanno ancora ricevuto nessun aiuto.

Come ha spiegato proprio Giada, in un’intervista esclusiva a Fanpage.it:

“Se stiamo ancora in piedi e continuiamo a lavorare è perché ci rimbocchiamo le maniche e ce la mettiamo tutta. A me il sorriso non lo toglie nessuno, anche se ho perso una parte importante della mia vita. I miei genitori se ne sono andati da eroi.”

E la parte più importante della vita di Giada era composta proprio dai suoi genitori, dai cugini, dal suo cane. La ragazza in quel terribile terremoto ha perso tutti. E pensare che, in mezzo a tutto quel dolore, nessuno si è premurato di trovarle uno psicologo per superare lo choc e le sono stati pure chiesti 12 euro al metro quadro per smaltire le macerie.

“Chiaramente mi sono rifiutata. Ho fatto tutto da sola, io da quest’Italia non mi aspetto nulla”.