Caso Bibbiano “Non ti voglio più” bambina abbandonata sotto il temporale: l’intercettazione scioccante

Emerse altre intercettazioni scioccanti sulla vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano ai danni di una bambina abbandonata sotto il temporale

Caso Bibbiano
Caso Bibbiano

Si aggiungono nuove pagine al triste capitolo degli affidi illeciti di Bibbiano, che hanno coinvolto e sconvolto diversi comuni della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia.

Caso di Bibbiano: continua l’inchiesta sugli affidi illeciti

L’inchiesta “Angeli e Demoni” continua a voler fare luce sul caso che sta scuotendo l’opinione pubblica. Bambini portati via senza motivo dalle famiglie, un paese in provincia di Reggio Emilia, storie di affidi illeciti, bambini costretti a mentire su abusi mai subiti, assistenti sociali complici per paura di ritorsioni, soldi pubblici investiti sulle strutture che hanno favorito gli affidi illeciti.

Quello che si è figurato in queste settimane intorno al caso di Bibbiano è un quadro a dir poco sconcertante, che ha sconvolto l’intero Paese. Sono 27 le persone indagate e i reati contestati sono la frode processuale,  l’abuso d’ufficio, il maltrattamento su minori, le lesioni gravissime,  la violenza privata, il depistaggio, la tentata estorsione e il peculato d’uso nonchè il falso in atto pubblico.

Nuove intercettazioni horror

Emergono nuove intercettazioni ambientali attorno al caso di Bibbiano. Dai nuovi audio diffusi dai carabinieri si sente una madre affidataria che abbandona una bambina sotto un temporale.

Dopo averla fatta scendere dall’auto sulla quale viaggiava, le urla

Scendi, io non ti voglio più

Il motivo? La bambina viene punita perché non vuole parlare di abusi subiti, che in realtà non sarebbero mai avvenuti.

In un altro audio, la stessa donna sgrida la bambina riguardo la medesima questione: la bambina si rifiuta di scrivere degli abusi sul suo diario:

“Tu non ci scrivi perché c’hai paura di scrivere, perché le cose che devi scrivere adesso sono talmente profonde che non ti va più di scriverci. Non ci vuoi neanche andare vicino”

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