Voli aerei, cancellazioni e rimborsi: la decisione Ue

Il coronavirus ha impattato molto sui voli aerei. Per quelli non effettuati, le compagnie stanno emettendo buoni da spendere entro il 2020.

voli aerei

Sui voli aerei cancellati il regolamento dell’Unione Europea non prevederebbe l’emissione di buoni.

I paesi che non vogliono rimborsare

I voli aerei non effettuati, secondo il decreto Cura Italia, permettono alle compagnie aeree di emettere dei buoni per i propri clienti. Questi ultimi, possono utilizzare i buoni soltanto per voli da effettuare entro il 2020. Le compagnie aeree sono tra le più colpite dal coronavirus. La crisi nera in cui sono precipitate non permette loro di rimborsare i voli cancellati.

L’Italia, insieme ad altri paesi europei, non applicherebbe, in questo modo, il regolamento dell’Unione Europea in merito ai diritti dei viaggiatori. Si tratta di una sorta di Bibbia per i diritti di chi viaggia, rintracciabile nel regolamento n. 261 del 2004. Quest’ultimo, prevede che è il passeggero a scegliere tra buono acquisto oppure rimborso in denaro.

Il Cura Italia contro il regolamento europeo

Il decreto diventato poi legge lo scorso 24 aprile, violerebbe il regolamento europeo. In particolare, nell’articolo 88 bis si legge:

“l’emissione dei voucher previsti dal presente articolo assolve i correlativi obblighi di rimborso e non richiede alcuna forma di accettazione da parte del destinatario”.

Ciò significa che le compagnie possono dare un voucher utilizzabile entro l’anno, semplicemente comunicandolo al cliente che non avrà possibilità di scelta.

Il buono acquisto per le compagnie aeree è fondamentale per far fronte alla crisi per cercare di stare a galla senza sprofondare ulteriormente.

Come si legge su Repubblica, durante il consiglio europeo dei ministri dei trasporti sono stati 12 i paesi ad aver chiesto un emendamento sul regolamento europeo che imporrebbe il voucher. Tra questi: Cipro, Bulgaria, Belgio, Grecia, Francia, Repubblica Ceca, Irlanda, Malta, Lettonia Portogallo, Polonia e Paesi Bassi. In questa lista non figura l’Italia che, al momento ha la legge ad hoc già emanata. Lo stesso dicasi per la Germania.

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