Vacanze 2020, spiagge libere: l’indagine sulle preferenze degli italiani

Le vacanze 2020 restano ancora un’incognita per molti italiani: per 1 su 3 si tratterà di una vera e propria mission impossible.

vacanze 2020

Le vacanze 2020 saranno all’insegna del distanziamento sociale che, potrebbe essere garantito anche grazie a delle app ad hoc.

Un’estate all’insegna del distanziamento sociale

Durante le vacanze 2020 dovranno essere rispettate le regole previste dal governo per la fase 2. Tra queste, il primo dogma è il distanziamento sociale, la misura per eccellenza che dovrebbe garantire la limitazione del contagio.

Sebbene la voglia di vacanza degli italiani sia molta, d’altra parte molti vedono un’ipotetica partenza come una missione impossibile. Se si vorrà andare in vacanza sarà obbligatoria la prenotazione praticamente ovunque, servendosi di app, anche per andare in spiaggia libera. Molti, però, pensano che le regole imposte non saranno rispettate e hanno timore.

Del resto, le immagini del primo week end fuori dal lockdown hanno mostrato tanti italiani non in grado di mantenere le distanze di sicurezza. Anche i cittadini delle località marittime ne sono consci.

L’indagine di Facile.it

Facile.it ha commissionato alla mUp research e Norstat una ricerca sulle vacanze 2020. Dall’indagine, emerge che il 51,3% degli italiani intervistati (uno su due) è favorevole alle applicazioni per prenotare il proprio posto in spiaggia libera. Ad essere favorevoli al 55% sono i più giovani tra i 18 e 34 anni. Gli ultra 65 enni, invece, sfiorano il 58%. I più propensi, dal punto di vista geografico, sono i cittadini del Nord Ovest e del Nord Est.

I più sfavorevoli, invece, sono stati gli italiani di un’età compresa tra i 55 ei 64 anni. Geograficamente parlando, i meno favorevoli sono i residenti delle regioni del Centro e Sud Italia ma anche delle Isole, abituati a vivere in libertà il mare.

In spiaggia libera, a garantire il distanziamento sociale, sarà il buon senso dei cittadini. Ecco perché, 1 italiano su 3, ovvero il 32,4% degli intervistati, si è detto incerto sulle regole.

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