Pedopornografia, scambio di video con abusi su minori: sgominata rete di pedofili

La Polizia postale ha condotto le operazioni in ben 16 province italiane. I pedofili si scambiavano messaggi e video su una nota applicazione di messaggistica istantanea.

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Nei giorni scorsi era stata un’altra banda di pedofili, tra cui un carabiniere di Napoli.

Vasta operazione della Polizia Postale

Sgominata una vasta rete di pedofili italiani. La polizia postale ha scoperto uno scambio di video e messaggi su una nota applicazione di messaggistica istantanea.

Come riferisce anche La Repubblica, i pedofili finiti nel mirino degli agenti scambiavano video e foto di abusi su minori. L’operazione ha toccato 16 province italiane. Ad avviarla la Procura di Venezia.

Nello specifico sono stati eseguite perquisizioni, arresti e 16 sono le persone denunciate. Alcune di loro hanno precedenti simili: le accuse, per tutti, sono di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico.

Arrestato un carabiniere a Napoli

Nei giorni scorsi numerose perquisizioni, nell’ambito di una vasta operazione, erano state condotte in altre città italiane.

Tra le persone arrestate anche un carabiniere. Sembra che il militare utilizzasse il pc della caserma in cui lavorava per scaricare e diffondere foto di minorenni abusati. L’indagine era partita dalla Procura di Catania.

Oltre ai tre arrestati, tra cui il militare appunto, 17 persone sono state denunciate. Le accuse, anche in questo caso, sono di scambio di materiale pedopornografico.

Le foto ed i video, tutte organizzate in sezioni apposite, ritraevano minori, tra i quali anche dei neonati. Nelle terrificanti immagini venivano diffusi atti di sadismo verso le piccole vittime.

Le applicazioni utilizzate attraverso servizi Vpn e Tor permettevano di scambiarsi messaggi criptografati così da rendere molto difficile la lettura degli stessi.

Gli inquirenti sono anche riusciti ad identificare almeno tre delle giovanissime vittime egli ad alcuni luoghi in cui si sarebbero consumati gli abusi.

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