Rawan, la sposa bambina morta a soli 8 anni dopo la prima notte di nozze

Secondo l’Unicef sono almeno 12 milioni le ragazzine e le bambine che ogni anno sono costrette a sposarsi.

In Yemen la pratica delle spose bambine è ancora molto diffusa, soprattutto nelle aree tribali e tra le famiglie più povere.

La drammatica morte della piccola Rowan

È morta dopo la prima notte di nozze per le gravi ferite interne la piccola Rowan, la bambina yemenita di 8 anni costretta a sposarsi, come tante sue coetanee, obbligate  ad una vera e propria barbarie.

Il terribile episodio, che risale al 2013, sta tornando alla ribalta su diverse testate, per riaccendere i riflettori su una pratica mai caduta in disuso.

In Yemen i matrimoni con le spose bambine sono tuttora permessi e Rowan è solo l’ultimo nome di una lista, cui purtroppo non sembra esserci fine.

La piccola era stata data in sposa, in cambio di denaro, dal patrigno ad un uomo di 40 anni. A denunciare l’accaduto, gli attivisti che hanno denunciato il decesso della piccola di appena 8 anni.

La tragedia è avvenuta ad Hardh, nello Yemen nord occidentale, al confine con l’Arabia Saudita.

La storia di Rawan riaccende quindi i riflettori sulla pratica delle spose bambine, che nello Yemen e non solo è ancora largamente diffusa.

La piaga delle spose bambine

Nel mondo sono ancora 12 milioni le ragazzine e le bambine date in spose in età precocissima. Nonostante ogni Paese abbia il proprio contesto e le proprie leggi, i matrimoni precoci, come nel caso di Rawan, riguardano anche bambine al di sotto dei 10 anni di età.

In alcuni Paesi dell’Arabia, le bambine sono promesse in spose addirittura alla nascita.

Ad alimentare questo genere di matrimoni sono, perlopiù, l’ineguaglianza di genere, il degrado, la difficoltà di accesso ai servizi come sanità ed istruzione.

A peggiorare la situazione, è di certo anche l’assenza di una tutela concreta per bambine e famiglie. 

Lo scorso anno, per la prima volta, l’Unicef ha indetto la giornata mondiale per le ragazze e le bambine vittime di questa piaga.

È proprio l’associazione umanitaria a raccontare come, purtroppo, le leggi non bastino, ma servono incentivi alla legislazione scolastica e l’intervento attivo di tutta la comunità.

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