Perugia, nonna Albertina rischia il processo: da 22 anni vive in un container

Perugia, la novantenne Albertina vive in una casa di latta dal 1997. Oggi rischia di essere processata perché non vuole lasciare il container dato che la sua casa di mattoni è ancora inagibile.

Perugia

La nonnina di Perugia non avrebbe rispettato l’ordinanza di sgombro emanata nel comune di Valtopina.

Perugia: 22 anni trascorsi in una casa di latta

Albertinina Menichelli, nata nel 1929 vive nel container che il comune le ha dato come dimora sin dal terremoto del 1997 che colpì Perugia e l’Umbria intera. Pochi giorni fa, il Comune di Valtopina ha emanato l’ordinanza di sgombro perciò per la nonnina novantenne sarebbe arrivato il momento di lasciare finalmente il container: la sua casa di Giove è pronta. In realtà, ad essere pronta non è la casa che la donna ha dovuto abbandonare per inagibilità dopo il sisma. Ma una casa popolare in cui nonna Albertina proprio non vuole andare. Si tratterebbe comunque di una sistemazione temporanea.

Lodovico Baldini, sindaco di Valtopina, ha sottolineato:”Nell’ordinanza non c’è alcun intento punitivo, ma il dovere di evitare che Albertina trascorra un altro inverno nel container che peraltro è senza manutenzione perché ormai la Regione ha chiuso il capitolo-spese. Se mi danno l’opportunità sono pronto con la ditta a terminarle i lavori in casa, per sanare i vizi, ma l’Accertamento preventivo ci ha bloccato l’accesso da un anno”.

Albertina è indagata dalla Procura della Repubblica

La sua decisione di rimanere nel container piuttosto che trasferirsi nella casa popolare temporaneamente, ha portato la procura della Repubblica di Spoleto ad un’indagine.

Come si legge da TgCom24, la prima ditta che si occupò dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza della casa di Albertina fallì. Seguirono anni di sequestri, sospensioni di lavori ed altri disguidi che portarono poi alla scelta di una terza ditta.

Soltanto nel 2017 arrivò il certificato di “Regolare esecuzione” con un ma: un conto di 42 mila euro da pagare. Prima di trasferirsi nell’abitazione, però, Albertina fece un sopralluogo con un Geometra ed emersero diverse problematiche: umidità, impianti incompleti, elettricità non funzionante…insomma lo stato di inagibilità sussiste ancora.

I figli della anziana donna, affetta anche dal Alzheimer, chiesero perciò al Comune di intervenire per far sì che la madre potesse sopravvivere. Per questo, era stata proposta la soluzione delle case popolari.

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