Omicidio Vittorio Veneto, i dettagli agghiaccianti dietro la morte di Paolo Vaj

L’omicidio Vittorio Veneto si tinge di giallo e le due donne si sono conosciute in maniera particolare. Ma perché l’hanno ucciso?

Omicidio Vittorio Veneto
Omicidio Vittorio Veneto

Per l’omicidio Vittorio Veneto molti i fatti agghiaccianti che emergono. Patrizia Armellin e Angelica Comaci, sono due donne legate da un rapporto patologico, lo stesso che le porta a considerarsi mamma e figlia.

Il segreto delle due donne che hanno ucciso Paolo

Patrizia Armellin e Angelica Comaci entrambe di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, si erano conosciute nel mondo virtuale di Second Life una sorta di videogioco che ti fa creare una nuova vita sul web.

Dopo la loro conoscenza era nato un rapporto profondo che le porta a trasferirsi, sei mesi fa, nella stessa città. 

Patrizia una donna di 52 anni e Angelica una ragazza di 24 anni, entrambe molto unite da un rapporto anomalo, lo stesso che le porta a considerarsi madre e figlia.

Patrizia Armellin e Paolo Vaj avevano una relazione a detta della donna tutt’altro che idilliaca. Patrizia descrive la vittima come un uomo aggressivo e violento, intento all’uso dell’alcol.

Di fatto a Palo Vaj gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.

La sera della tragica morte di Paolo Vaj, la vittima desiderava essere accompagnato in auto dalla compagna, ma ella si rifiutò tanto che da questo sarebbe nata la lite, scatenante il delitto.

Paolo l’avrebbe schiaffeggiata e Patrizia si sarebbe difesa aiutata da Angelica. Quest’ultima avrebbe afferrato un bastone di legno e lo avrebbe colpito alla testa, in seguito al quale Paolo si sarebbe fermato e avrebbe chiesto dell’acqua e delle sigarette.

Successivamente l’uomo sarebbe tornato dalle due donne per minacciarle con un coltello:

“Stanotte vi ammazzo tutte e due”

Nella colluttazione Patrizia si sarebbe ferita ai polsi e Angelica, avrebbe preso un cuscino e premuto sul viso fino a soffocarlo. 

Come è stato ucciso Paolo Vaj

Paolo Vaj di 57 anni è stato ucciso  nella casa di via Cal dei Romani a Serravalle, dove conviveva con la compagna 52 enne e l’amica di 24 anni, a colpi di bastone e soffocato con un cuscino, nella notte tra giovedì e venerdì.

Secondo le dichiarazioni lasciate dalle donne, Paolo sarebbe rientrato a casa ubriaco. 

La serata si sarebbe conclusa con un ennesima lite, questa vota scaturita dal rifiuto della compagna di accompagnarlo in auto.

Armellin e Comaci al momento rispondono di omicidio volontario.

La decisione del Gip

Patrizia Armellin e Angelica Comaci, accusate di aver ucciso giovedì scorso Paolo Vaj, restano in carcere.

Il Gip del Tribunale di Treviso ha convalidato l’arresto delle due. Il pubblico ministero che le ha ascoltate, la dottoressa Piera De Stefanidella procura della Repubblica di Treviso, ha sottolineato che le due donne non hanno né smentito né confermato la prima versione data agli acquirenti.

La verità agghiacciante dell’autopsia

Patrizia Armellin ed Angelica Cormaci, avevano affermato  di averlo picchiato Paolo Vaj  con un bastone di legno e soffocato con un cuscino. Ma le lesioni riscontrate sul suo corpo sarebbero molte di più, inoltre non torna neppure il soffocamento con il cuscino.

Sul corpo della vittima non ci sono i segni tipici di questo tipo di dinamica, ma bensì lesioni toraciche.

Paolo Vaj è morto con traumi al torace, all’altezza dello sterno ad accertarlo sono i primi risultati dell’autopsia effettuata dal dottor Alberto Furlanetto.

Secondo il medico legale le lesioni toraciche sono state provocate da una forte pressione e non da colpi di bastone.

Una delle ipotesi è che le due donne possano essersi messe sopra di lui. Per l’approfondimento del caso, Furlanetto si è preso 60 giorni. Si indaga se queste lesioni siano state sufficienti a provocare la morte o se al decesso abbiano contribuito le varie patologie di cui l’uomo soffriva.

Secondo Ilan Brauner, il consulente nominato dagli avvocati della difesa però, il risultato dell’autopsia lascerebbe spazio ad altre ipotesi.

Gli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, spiegano che:

“la causa della morte potrebbe essere legata non solo alle patologie cardiache e all’epilessia di cui soffriva ma anche all’abuso di alcol”

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