Omicidio Vannini, “Indagini superficiali”: scatta l’azione disciplinare contro il Pm D’Amore

Le luci sull’omicidio Vannini non si spengono e ora scatta l’azione disciplinare contro il Pm titolare dell’inchiesta Alessandra D’Amore.

Omicidio Vannini, "Indagini superficiali": scatta l'azione disciplinare contro il Pm D'Amore
Antonio Ciontoli – Marco Vannini

L’omicidio Vannini è uno dei casi di cronaca più agghiaccianti degli  ultimi tempi. Ora oltre al processo da rifare anche il pm titolare dell’inchiesta è stata menzionata per una azione disciplinare.

Aggiornamento ore 10.30

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha commentato la notizia diffusa ieri da Le Iene e riportata da vari media con un “No Comment”.

Si tratterebbe quindi di una fuga di notizie che non è ancora stata confermata dal Ministro stesso e va trattata per ora come indiscrezione.

Il nuovo processo per la famiglia Ciontoli

Antonio Ciontoli e la sua famiglia dovranno subire un nuovo processo per la morte del povero ragazzo di Ladispoli. Non si trattò quindi di omicidio colposo – secondo la Cassazione – bensì di

“volontario con dolo eventuale”

Proprio perchè al colpo di pistola è seguito una omissione di soccorso e la terribile morte di Marco. A processo tutta la famiglia oltre ad Antonio Ciontoli anche la moglie Maria Pizzillo e i due figli Martina e Federico responsabili anche loro per questa terribile vicenda.

Pur non avendo sparato direttamente a Marco, Maria Pizzillo insieme ai figli Martina e Federico Ciontoli hanno scelto di non chiamare l’ambulanza così da negare a Marco le cure e il soccorso necessario che gli avrebbe salvato la vita.

Azione disciplinare per il pm titolare dell’inchiesta

A seguito della decisione della Cassazione il 7 febbraio 2020, Alfonso Bonafede – come si evince anche da Il Messaggero– ha mandato avanti una azione disciplinare nei confronti del Pm titolare dell’inchiesta nel 2015 Alessandra D’Amore.

Questa decisione è stata presa dal Ministro della Giustizia valutando le indagini sulla morte di Marco superficiali:

“arrecando un ingiusto danno ai genitori del ragazzo”

Un esempio tra tutti, non aver mai messo sotto sequestro la villa dei Ciontoli dove è accaduto il terribile delitto quella notte del 2015.

Non solo, perché durante le prime indagini non fu mai utilizzato il luminol per verificare e/o accertare la presenza di tracce ematiche sulla scena del delitto. Da non dimenticare il fatto che i vicini di casa non sono mai stati ascoltati dai Carabinieri e che molte delle testimonianze sono state poi ascoltate successivamente da Le Iene.

Il Pm Alessandra D’Amore ha chiesto di essere ascoltata da chi di dovere per rilasciare la sua dichiarazione in merito.

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