Omicidio Iavarone, ucciso a martellate: l’assassino è libero e si iscrive sui social “Ora rinasco”

Il misterioso e terribile omicidio Iavarone ora si veste di indignazione con la liberazione del killer, che si iscrive su Facebook

Omicidio Iavarone
Omicidio Iavarone

L’omicidio Iavarone aveva scosso tutti quanti e il suo killer ora è libero, si iscrive su Facebook e cita frasi di rinascita. Vediamo insieme i dettagli.

La terribile morte di Mauro Iavarone

Mauro aveva 11 anni quando è stato trovato nel boschetto di San Giovanni Incarico – Frosinone – dopo essere stato brutalmente ucciso e lasciato con gli indumenti abbassati e una busta di plastica in testa.

Era il 18 novembre 1998 e Mauro viene brutalmente ucciso con 27 colpi di un oggetto duro, come martello o pietra a seconda delle tante versioni, senza un motivo ben preciso lasciando il caso ancora avvolto nel mistero.

Quello che invece risulta essere a tutti chiaro è che uno dei killer si chiama Erick Schertzberger all’epoca diciottenne ora di trentanovenne. Non aveva agito da solo ma insieme ad altre persone, minorenni nel 1998, accusati di omicidio premeditato.

Denis Bogdan è stato condannato con l’ergastolo, mentre Schertzberger a 20 anni di reclusione lasciando indietro alcune persone non identificate, ma che parteciparono alla crudele azione. Il fratello maggiore di Bogdan, invece, fu assolto nonostante fosse stato chiesto l’ergastolo.

Il killer su Facebook indigna i familiari di Iavarone

Un delitto misterioso, avvolto ancora oggi in un palpabile mistero che si fonde con lo sdegno di familiari e amici della vittima.

L’assassino è tornato libero dopo 20 anni di reclusione ed ha sentito immediatamente l’esigenza di tornare nel mondo moderno, tramite i social.

Ha creato il suo profilo su Facebook, utilizzando l’immagine di un cavaliere cristiano con il volto coperto dall’elmo e posta frasi evidenziando la sua rinascita “dalle ceneri”.

Il profilo è stato immediatamente preso di mira non solo dagli amici della famiglia ma anche dagli utenti, che reputano questo gesto come non corretto:

“infanga la memoria di mauro”

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