Omicidio di Evan, la mamma chiede i domiciliari: arrivata la decisione del Gip

Dopo le conferme dell’autopsia riguardo la causa della morte di Evan, ora giunge la decisione del giudice su Letizia Spatola.

Omicidio Evan Lo Piccolo- Letizia Spatola in carcere

Evan Lo Piccolo ha vissuto un inferno per la sua breve vita ed è morto nella sua casa di Rosolini a soli 21 mesi, ecco gli ultimi drammatici aggiornamenti sulla vicenda in un’intervista al consulente tecnico degli zii paterni, la criminologa Anna Vagli.

La morte atroce di Evan Lo Piccolo

Evan Lo Piccolo è morto il 17 agosto 2020 a Rosolini dopo essere stato trasportato d’urgenza all’ospedale. Sul suo corpicino si sono subito evidenziati i segni di fratture e lesioni pregresse che hanno fatto scattare l’indagine per omicidio.

In carcere vi sono la madre del bimbo, Letizia Spatola, ed il compagno di lei, Salvatore Blanco accusati entrambi di omicidio e maltrattamenti.

Lo scenario via via emerso durante le indagini è terribile e racchiude una realtà fatta di violenze e silenzi per questo piccolo bimbo. Di recente sono giunte alcune importanti conferme dell’autopsia e dal Tribunale. Ecco le principali.

Le ultime novità sul caso: risponde la criminologa Anna Vagli

La relazione completa sull’autopsia è stata presentata dai medici legali Bartolino, Furnaro e Berlich agli inquirenti. Dalle analisi risulta che il bimbo è morto per arresto cardiocircolatorio causato da una broncopolmonite dovuta alle percosse subite. Ci può spiegare cosa significa?

«Si, esattamente. Nello specifico, come accennava, le cause delle polmonite sono attribuibili a tutti traumi, le botte e le fratture subite nel corso della breve esistenza del piccolo Evan che provocavano perdite di coscienza ripetute. Queste perdite di coscienza hanno compromesso il funzionamento dei meccanismi di difesa del bambino (come la tosse che a noi tutti consente di espellere i batteri che inaliamo prima che raggiungano i polmoni). Di conseguenza, Evan ha aspirato tutto il materiale gastrico tossico e con esso tutti i batteri nelle vie aree e nei polmoni del bambino. E’ stato tale materiale a provocare la polmonite.»

La madre di Evan, Letizia Spatola ha presentato la richiesta di arresti domiciliari, ora il Gip ha deciso. Cosa ci può dire in merito?

«Il Giudice per le indagini preliminari ha oggi rigettato la richiesta di revoca della Custodia cautelare in carcere avanzata da Letizia Spatola, madre di Evan.
Quest’ultima aveva infatti chiesto di beneficiare degli arresti domiciliari sostenendo di essere stata vittima ella stessa della violenza di Salvatore Blanco. Addirittura di essere stata ridotta in schiavitù dal compagno e di aver appreso la notizia della sevizie e della rottura delle coste soltanto in carcere. Quella stessa madre che aveva portato via il figlio dal pronto soccorso con le ferite non curate. Quella stessa madre che aveva nascosto ai medici le reali cause delle fratture di Evan addebitandoli a cadute accidentali.

Con il Collegio difensivo di cui faccio parte siamo soddisfatti del rigetto dell’istanza di revoca della custodia in carcere. Letizia Spatola, intercettata il 31 luglio, aveva chiesto al pediatra di falsificare il certificato perché temeva le conseguenze con gli assistenti sociali. Confidiamo che questo sia soltanto l’inizio per il cammino verso la giustizia.»

Più volte abbiamo ascoltato i drammatici audio delle telefonate intercorse dopo la morte del bimbo, tra la nonna di Evan e gli assistenti sociali. Il piccolo si poteva salvare?

«Certo che poteva essere salvato. Evan è morto nell’indifferenza di tutta la società. La nonna Elisa, il papà Stefano e la Zia Jessica hanno fatto quanto in loro potere per chiedere aiuto. Ma hanno incontrato di fronte ostacoli insormontabili. Assistenti sociali, segnalazioni tardive da parte dei medici, esposti caduti nel
vuoto. Tutto questo mentre il bambino veniva ripetutamente vessato sotto gli occhi di chi avrebbe dovuto proteggerlo: sua madre.»

Le fasi del processo per la morte del piccolo Evan a che punto sono? Quali saranno i prossimi passi?

«Come diceva Calamandrei, la giustizia si rivela soltanto a chi ci crede. Noi confidiamo che presto venga disposto il rinvio a giudizio e nel frattempo procediamo alla nomina di altri consulenti. Evan deve avere giustizia. Non si può morire così a soli 21 mesi.»

Ringraziamo la dottoressa Vagli per le preziose precisazioni e nelle prossime settimane dunque vi daremo ulteriori aggiornamenti su questa terribile vicenda nella quale al piccolo Evan non è stata data voce in vita e si spera che almeno ora si possa dare giustizia.

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