Nadia Toffa, per il testamento e l’eredità della iena: ‘Chiesti 3mila euro per le spese notarili’: la truffai ai danni della Chiesa

Nadia Toffa sicuramente sarebbe indignata da quanto accaduto. I parroci hanno scoperto tutta la truffa denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine

Nadia Toffa, eredità e testamento, la truffa ai parroci
Nadia Toffa

La conduttrice de Le Iene sicuramente si sarebbe incavolata leggendo questa notizia. Anche dopo la sua morte c’è chi gioca con il suo nome. E’ emersa una truffa a nome di Nadia Toffa grazie alla denuncia di alcuni parroci. Ecco cosa è successo nel dettaglio.

Nadia Toffa, la truffa al suo nome per l’eredità

Una truffa che avrebbe indignato tantissimo Nadia Toffa: la iena aveva un grande rapporto con la fede e sicuramente avrebbe reagito male contro chi sfrutta il suo nome per indurre in inganno i funzionari di Dio. Dei finti funzionari chiedevano soldi in cambio di una eredità della iena inesistente. I truffatori hanno tentato di ingannare i parroci di Brescia e provincia, fregati dal buon senso dei sacerdoti: che hanno poi allertato le forze dell’ordine.

Il nome della iena è stato sfruttato per una truffa che mirava a raggirare i parroci di alcune parrocchie di Brescia e provincia. A segnalare tutto sono stati proprio diversi sacerdoti che, fiutato l’inganno, hanno avvertito i carabinieri e i militari sono già sulle tracce dei malfattori.

Chiesti 3mila euro per presunte spese notarili

Dalle indagini sono stati accusati due finti incaricati. I due hanno cercato di convincere alcuni parroci raccontando di avere un corposo lasciato per la chiesa stabilito dal testamento della giornalista bresciana de Le Iene, morta a soli 40 anni per un tumore. I truffatori fingevano di essere funzionari di due studi notarili di Brescia, città natale della iena. Per una presunta eredità, chiedevano tra i 2 e i 3mila euro di anticipo, per pagare spese notarili e tassa di successione.

I tentativi di raggiro sarebbero al momento già tre, ma per fortuna nessuno dei parroci è caduto nella trappola che hanno verificato subito la non autenticità dei funzionari chiamando agli studi indicati. Partendo dai dati Iban e dalla carta prepagata che i truffatori hanno lasciato ai parroci, i carabinieri stanno cercando di risalire ai truffatori.

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