Vladimir Bukovskij, addio allo scrittore che ha lottato contro il Regime Sovietico

Vladimir Bukovskij è morto in Inghilterra domenica sera. Un eroe per la lotta contro il regime sovietico.

Vladimir Bukovskij
Vladimir Bukovskij

Vladimir Bukovskij fu noto per aver denunciato l’internato di detenuti politici in istituti psichiatrici.

Vladimir Bukovskij accusato di agitazione e propaganda antisovietica

Lo scrittore nacque il 30 dicembre 1942. Non solo scrittore ma anche attivista contro l’ex Unione Sovietica. Sono stati dodici gli anni di reclusione scontati dallo scrittore. Le accuse mosse a suo sfavore erano agitazione e propaganda contro il regime sovietico. Riuscì ad uscire soltanto nel 1976, quando Augusto Pinochet salì al potere. Lo scrittore collaborò con il regime e nel 2008 tentò di diventare presidente russo senza successo. Tra le sue altre accuse, quella della morte di Aleksandr Litvinenko, ucciso, secondo lui dalle radiazioni da Mosca.

Al 2016 risale l’ultimo processo in cui è stato coinvolto. In Regno Unito, infatti, fu accusato di possedere immagini pedofile. Egli negò sempre dichiarando che si trattasse di diffamazione russa.

La morte è avvenuta domenica sera

Lo scrittore viveva in Inghilterra dal 1976 dove, negli ultimi anni, doveva fare i conti con condizioni di salute assai precarie. L’annuncio della morte, avvenuto nella serata di domenica 27 ottobre, è stato dato dal centro che ne gestisce le memorie. Bukovskij è stato stroncato da un arresto cardiaco all’ospedale inglese di Addenbrooke, Cambridge.

Molte testate giornalistiche hanno voluto ricordarne la memoria. Una su tutte, il New York Times che ha descritto il dissidente come un eroe nella lotta contro i sovietici. Su Twitter, invece, l’Ong Memorial (Organizzazione Russa per i diritti umani) ha scritto:

“Militante dei diritti umani, scrittore, cittadino russo, ha trascorso 12 anni nei campi e negli ospedali psichiatrici e passato metà della propria vita in esilio. Il governo sovietico lo chiamò bruto, noi lo chiamiamo eroe e gli diciamo grazie.”

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