Luca Di Nicola, il giallo del cuoco morto a Londra: “Mai un tampone, aveva febbre e tosse”

Il caso della morte di Luca Di Nicola, lo chef che lavorava a Londra, si infittisce e ora i suoi familiari raccontano il fatto su Repubblica.

Luca Di Nicola, il giallo del cuoco morto a Londra: "Mai un tampone, aveva febbre e tosse"
Londra Coronavirus Fonte: Pixabay

A Londra è morto un ragazzo italiano di 19 anni e ora il mistero si infittisce. Ecco il racconto da parte dei suoi familiari al quotidiano Repubblica.

La terribile morte di Luca Di Nicola

Il ragazzo aveva solo 19 anni, originario della provincia di Teramo  e da qualche tempo viveva a Londra con la madre e il compagno di quest’ultima.  Luca è deceduto il 24 marzo per – ancora da accertare – una polmonite fulminante. La famiglia non ci sta e decide di raccontare tutto quello che è accaduto nelle ore prima della sua terribile morte attraverso le pagine di Repubblica.

Una famiglia distrutta che reputa il Codiv 19 come colpevole di questa morte improvvisa:

“era sanissimo”

La giovane zia di Luca residente in Abruzzo ha raccontato:

“per una settimana prima di morire luca ha avuto tosse e febbre e l’avevano avute anche mia cognata clarissa e il compagno vincenzo”

Evidenziando che il medico di base di Londra ha somministrato a Luca del paracetamolo:

“luca si è aggravato il 23 marzo. il medico lo ha visitato a casa e gli ha detto che era giovane, forte e non si sarebbe dovuto preoccupare”

Il peggioramento e il decesso di Luca

Putroppo però, sempre come si evince dal quotidiano, le condizioni del ragazzo sono peggiorate il giorno dopo. Il ragazzo presentava dolori forti al petto, labbra viola e un collasso è avvenuto in poco tempo:

“hanno chiamato l’ambulanza, lo hanno rianimato ma i polmoni erano collassati – pieni di acqua e sangue”

Il ragazzo è stato poi portato in ospedale e posto in Terapia Intensiva ma purtroppo dopo mezz’ora è deceduto senza una lastra di controllo o altro.

Il sospetto è che Luca sia morto a causa del Covid 19:

“le autorità inglesi ci avevano detto di aver fatto il tampone post mortem. ora invece il medico legale dopo due giorni di silenzio, ci dice che gli esami saranno forse condotti il 31 marzo”

Queste le parole della zia di Luca, che vive a Glasgow e che racconta di essere preoccupata per la mamma della vittima e del compagno che presentano gli stessi sintomi. Dopo la morte del figlio è stato chiesto alla madre e al compagno di autoisolarsi per due settimane.

Ulteriori aggiornamenti nelle prossime ore.

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