Piombino, infermiera killer condannata all’ergastolo: “Sono innocente”

Caos in aula quando l’infermiera killer ha saputo quale fosse la sua pena per aver ucciso i suoi pazienti

Piombino, infermiera killer
Fausta Bonino

Fausta Bonino è l’infermiera killer accusata di aver ucciso ben quattro persone, all’interno dell’ospedale dove lavorava. Per lei la sentenza è sbagliata!

Gli omicidi sospetti per l’infermiera

La prima volta, Fausta Bonino, viene portata in carcere nel 2016 da Carabinieri dei Nas – con l’accusa di aver ucciso 14 pazienti – ridotti poi a 10 successivamente – all’interno del reparto rianimazione.

Decessi particolari visto che si trattava di emorragie improvvise che ne determinavano l’immediata morte. Questa tipologia avviene –  di norma – a seguito di una somministrazione massiccia di eparina, un anticoagulante nella maggior parte dei casi non necessario e prescritto.

Fausta Bonino, tramite indagine dei Nas e del Pm Marco Mannucci, viene individuata come sospetto e poi responsabile per una serie di circostanze come la sua presenza durante i decessi e le iniezioni di eparina.

La liberazione e l’ergastolo per Fausta Bonino

Nonostante tutte le prove di cui sopra, la donna viene scarcerata nel 2016, con chiusura delle indagini nel 2018 e attribuzione di 10 decessi attribuiti proprio alla Bonino.

Come si evince su Il Messaggero, la donna viene accusata per omicidio volontario mentre per gli altri tre decessi particolari si consegue l’accusa al primario del reparto – Michele Casalis – per non essere stato presente e vigile sul personale sanitario.

Nella serata di ieri la Bonino è stata condannata all’ergastolo per quattro dei decessi e assolta per i restanti sei – in quanto casi non sussistenti. Il giudice Marco Sacquegna dopo cinque ore chiude il processo, con l’accusa di omicidio volontario presso l’Ospedale di Piombino.

Infermiera killer innocente?

La donna piange e si dispera in aula dopo la lettura della sentenza:

“sono innocente, non è giusto e non ho fatto nulla”

Accompagnata dal marito e dai figli, non ha potuto far altro che accettare la condanna.

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