Brexit: niente visto ai lavoratori senza qualifica e che non parlano inglese

Happy Brexit day: introdotta tabella “a punti” per i lavoratori senza skills specifiche

Messaggio choc riportato su un pamphelet dal titolo “Happy Brexit day”:

«Qui si parlerà solo inglese o tornatevene a casa vostra».

È lo stesso quotidiano “Independent” a riportare la notizia che è diventata subito virale su Twitter.

Chi parla altre lingue non è ben gradito, pertanto se non si la lingua inglese è meglio evitare di trasferirsi nel Regno Unito.

L’introduzione di una tabella “a punti” esclude i lavoratori senza competenze specifiche, ma gli europei possono rimanere fino a 6 mesi senza visto.

Brexit: quali sono gli effetti sui lavoratori europei?

Dopo il definitivo addio del Regno Unito all’Europa, si delinea un cambiamento dello scenario, alla luce dei nuovi provvedimenti di politica migratoria.

Tali provvedimenti sono “drastici”: la nuova linea dettata dal Premier Boris Johnson è davvero “full control”.

Per la prima volta, dopo decenni, vengono eliminati tutti i fattori di distorsione e, dal 2021, è prevista l’introduzione di questa regola severa: impossibilità per i lavoratori senza qualifica di entrare in Gran Bretagna.

Brexit: introduzione della tabella “a punti”

L’introduzione dal 2021 della tabella “a punti” trae ispirazione dal modello migratorio adottato dall’Australia.

Pertanto, il lavoratore straniero che vorrà trasferirsi in Gran Bretagna dovrà necessariamente ottenere un punteggio pari o superiore ad almeno 70.

Per ogni competenza specifica è previsto un punteggio variabile da 0 a 20 punti.

A fare punteggio è anche l’ammontare del salario e la qualificazione per settori con carenza occupazionale.

Una vera “barriera” che scoraggia ed inibisce l’accesso a chi non è in possesso dei requisiti definiti dalla dura linea seguita dal Premier Johnson.

Brexit: contestazioni dal settore ristorazione e turistico

I settori più “colpiti” dalle linee guida definite dal Premier Johnson sono quello turistico e quello della ristorazione.

Si parla di gravissimi danni di natura economica ed alle conseguenze disastrose per la perdita di posti di lavoro.

Inoltre, l’elevato rischio sarebbe quello di dover fronteggiare la chiusura di molte attività commerciali.

 

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