Ex Embraco, blitz della Finanza nello stabilimento di Riva di Chieri

Blitz della Guardia di Finanza nello stabilimento della Ventures, società che ha acquisito la ex Embraco con la cessione del sito di Riva di Chieri.

ex embraco

Nel mirino dei controlli gli amministratori della Ventures. L’accusa: bancarotta distrattiva.

Blitz delle Fiamme Gialle

Sono in corso dalle prime ore di questa mattina perquisizioni e sequestri, da parte delle Fiamme Gialle di Torino, coordinate dalla Procura del capoluogo piemontese, in Piemonte e Lombardia, nei confronti della Ventures, la società che ha acquisito il ramo d’azienda della ex Embraco. L’acquisizione, come riferisce anche l’Adnkronos, è avvenuta a seguito della cessione del sito industriale di Riva di Chieri.

Nonostate la sostanziale inattività dell’ex Embraco, le indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino avrebbero accertato cospicui movimenti di denaro, diretti anche a società estere, che avrebbero portato al prosciugamento delle casse della società e al pignoramento di molte risorse aziendali.

Istanza di fallimento per la Ventures

Alla luce delle indagini, il procuratore aggiunto di Torino, lo scorso 17 giugno, ha quindi depositato un’istanza di fallimento per la società Ventures. L’ipotesi di reato è bancarotta distrattiva.

Le perquisizioni in corso da questa mattina hanno toccato non solo lo stabilimento di Riva di Chieri, ma anche aziende in provincia di Como e Monza, gestite da 4 titolari di cariche societarie ed un consulente.

Gli uomini della Guardia di Finanza stanno procedendo al sequestro di conti correnti, titoli e autovetture di lusso, acquistati con i conti dell’azienda.

La documentazione sequestrata sarà quindi sottoposta ad approfondimenti investigativi. I primi a lanciare un campanello d’allarme erano stati i sindacati.

Le associazioni avevano infatti presentato un esposto in Procura, denunciando come i nuovi proprietari dello stabilimento di Riva di Chieri non avessero mai dato il via alla produzione, come previsto nell’accordo.

Per i 400 operai un incubo che sembra non finire mai.

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