Strage di soldati turchi in Siria. Erdogan pronto ad aprire i confini ai rifugiati in fuga

Erdogan annuncia: non fermeremo più i migranti verso l’Europa

Soldati turchi uccisi nel corso di un raid aereo che attribuisce all’esercito di Bashar al Assad. Ma il bilancio potrebbe rivelarsi molto più grave.

Sono 29 i militari uccisi in bombardamenti dell’aeronautica di Assad ed il Governo ordina di non bloccare più i profughi che vogliono fuggire verso la Grecia.

L’uccisione dei soldati turchi nella regione di Idlib rappresenta una vera disfatta che ha provocato un allarme altissimo ad Ankara.

Erdogan: le minacce all’Europa

Come riportato da fonti governative la Turchia non intende bloccare più i rifugiati siriani che intendano recarsi in Europa.

Il Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha discusso con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per discutere sulle possibili misure da prendere nel quadro dell’Alleanza.

Allarme dell’ONU

L’ONU lancia il monito:

“Il rischio di una maggiore escalation cresce di ora in ora” se non si interviene in Siria.

Le Nazioni Unite chiedono un immediato “cessate il fuoco” e gli USA reclamano la fine dell’offensiva del regime di Damasco con il sostegno della Russia in Siria contro le milizie sostenute dalla Turchia.

Lo stesso Senatore repubblicano Lindsay Graham, sostenitore del Presidente Donald Trump, chiede un immediato intervento per garantire una NFZ nell’area degli scontri.

Alleanza strategica Russia-Turchia a rischio

In poco più di due settimane l’esercito ha rivendicato di aver ucciso o ferito almeno 1.709 soldati delle truppe governative siriane.

In “ballo” c’è pure l’alleanza strategica tra Turchia e Russia, i quali sono alla ricerca di un accordo.

Mosca continua a sostenere l’offensiva di Damasco contro i «terroristi» ribelli.

La prossima settimana salterà il summit che Erdogan voleva organizzare a Istanbul con Angela Merkel, Putin e Emmanuel Macron.

Italia-Francia: “Di Siria si occupi Corte dell’Aja”

La Francia e l’Italia chiedono alla Corte penale internazionale di occuparsi della situazione in Siria.

I due paesi, in conformità alla risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e al comunicato di Ginevra, sostengono una soluzione politica credibile.

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