Carabiniere ucciso, le ‘risposte’ ai misteri dietro il terribile omicidio

L’Italia piange il Carabiniere ucciso a Roma ma ci sono anche alcune domande la cui risposta risolverebbe molti dei misteri che si sono creati in questi giorni

Carabiniere ucciso
Carabiniere ucciso

Il Carabiniere ucciso Mario Cerciello Rega è rimasto nel cuore di tutti, ma alcuni misteri è dovere cercare di risolverli per far luce in questa triste situazione.

L’omicidio di Mario Cerciello Rega: cosa è successo?

Come si evince da AdnKronos, con gli atti alla mano si è cercato di ricostruire e mettere sul tavolo quanto accaduto prima del delitto e durante lo stesso.

Come prima cosa si è parlato molto dei Carabinieri in borghese, ma non tutti sanno che i due colleghi sono stati chiamati con codice “il cavallo di ritorno” utilizzato quando un ladro ruba un oggetto ma chiede il riscatto per la restituzione.

In casi di questo tipo, sempre come si evince dal quotidiano, si interviene con abiti civili e con una macchina che non dia nell’occhio. Una volta arrivati sul posto si sono presentati come Carabinieri e da quel momento è iniziato tutto.

In molte persone hanno anche sollevato la questione che Varriale non abbia sparato ai due aggressori, ma secondo gli atti i due ragazzi hanno approfittato dell’effetto a sorpresa accoltellando Cerciello e aggredendo con violenza il collega. Una volta che i due si sono dileguati, Varriale ha optato per soccorrere il collega ferito dalle 11 coltellate (questo emerso dall’autopsia) invece di sparare al buio contro gli aggressori.

Un altro dettaglio è quello della ricerca iniziale di due magrebini e non due americani: ma non è una bufala come in tanti hanno pensato. Infatti è stato lo stesso Sergio Brugiatelli – l’uomo che è stato scippato – a indicare questa descrizione degli aggressori per confusione o sviare il caso. Sarà poi lo stesso Varriale – dopo essersi ripreso in parte dallo shock – a indicare due uomini occidentali.

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