Capricci e bambini, il connubio perfetto: come gestire la situazione?

Capricci, i bambini ne fanno di tutti i colori, scopriamo come gestirli?

Per capire i capricci dei bambini, bisogna guardare il mondo con gli stessi occhi cercando il perchè del loro comportamento.

I capricci dei bambini piccoli

Bambini e capricci si muovono di pari passo, imparare a capire il perchè di urla e pianti è il risultato di un attenta analisi introspettiva.

Dunque prima di agire è necessario immedesimarsi nei pensieri e nelle paure del piccolo.

Si sa, la protesta del bambino è legata sempre a una motivazione apparentemente illogica, ma fondamentalmente molto profonda.

Gestire i capricci di un bambino è una delle cose più difficili per qualunque educatore, ancor di più per un genitore.

Spesso si perde la pazienza e si colti dal panico e dall’ansia soprattutto se sollecitato a smettere,  non ascolta e incrementa la sua protesta.

Si viene avvolti da un senso di sconforto e si è spaventati che il nostro bambino abbia qualcosa che non va.

La dottoressa Claudia M. Gold, nonchè pediatra e psicologa ha sviluppato un metodo innovativo per aiutare i genitori a gestire i comportamenti problema dei piccoli e le diverse situazioni problematiche.

A tal proposito sottolinea l’importanza dei genitori ad assumere un comportamento assertivo di fronte alle situazioni e stare in maniera propositiva vicino al bambino.

Si sa, ogni genitore vuole essere ascoltato e compreso ed è per questo che è indispensabile utilizzare una comunicazione non solo chiara ma efficace.

Fin da piccoli i bambini comprendono e ascoltano il linguaggio, assorbono gesti, parole e atteggiamenti dei genitori o dei tutori.

Ed è per questo che se durante una situazione di crisi del piccolo, si fanno sopraffare da rabbia, delusione e nervosismo, ne trasmetteranno a quest’ultimo insicurezza e provocheranno inevitabilmente comportamenti ancora più problematici.

Il ruolo dell’educatore è di primaria importanza per una crescita sana

La dottoressa Claudia M. Gold sottolinea l’importanza del ruolo del tutor nella crescita e formazione del minore. Spiega come sia importante che il genitore debba comprenderlo.

Per ella è indispensabile che l’educatore si sforzi e immedesimi nel fanciullo.

Il suo motto è:

“Tenere il bambino nella mente”

Provare empatia da quando è neonato fino all’adolescenza, fa si che si senta compreso e capito, quest’ultimo impara a riconoscere le proprie emozioni e piano piano, crescendo, riesce a gestirle.

Pianti e capricci fanno parte della normale fase evolutiva, essere un educatore insicuro di certo non aiutata ad entrare nella mente dell’altro ma in particolare a capire e gestire il fanciullo.

Il più delle volte un neonato piange a causa di un eccesso di stimoli visivi e tattili oppure uditivi.

La paura di ciò che lo circonda lo spaventa proprio perchè non conosce ancora bene l’ambiente circoscritto e non sa dare il giusto significato alle cose.

Il ruolo del caregiver è aiutare a gestire e a contenere i sentimenti.

Si sa che i capricci sono il modo con cui un piccolo cerca di esercitare il controllo della propria vita.

Quando iniziano ad essere consapevoli che il loro sé è diverso da quello dei genitori cercano di manifestarlo in ogni occasione.

La madre proprio per il suo profondo legame empatico che ha deve aiutarlo a comprendere e contenere qualsiasi disagio.

Per rassicurarlo è indispensabile un ambiente sereno, utilizzare un timbro di voce pacato e mostrargli affetto e non insofferenza e/o nervosismo.

Tutto ciò servirà a contenere le emozioni forti e incontrollate e lo aiuterà a sviluppare un attaccamento sicuro che gli permette più facilmente di gestire le diverse situazioni stimolo.

Il compito principale del tutor è quello di insegnare la disciplina e a gestire le emozioni negative e non evitargliele.

Il bambino si sperimenterà è comprenderà che non sarà certo nell’adozione dei comportamenti disfunzionali che starà meglio e riuscirà a gestire con semplicità le situazioni increspose che si presenteranno.

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