Caporalato a Foggia, arrestati 3 imprenditori agricoli: controlli giudiziari nelle aziende

Maxi operazione anti-caporalato a Foggia: arrestati 3 imprenditori agricoli della provincia. Aziende sottoposte a controllo giudiziario.

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Caporalato a Foggia: in manette 3 imprenditori.

Caporalato a Foggia

Maxi operazione dei Carabinieri a Foggia. Dalla notte scorsa sono ancora in corso questa mattina vari controlli da parte degli uomini dell’Arma del comando provinciale del capolugo pugliese.

Come evidenzia anche Foggiatoday, i militari stanno eseguendo diverse misure di custodie cautelari nei confronti di 3 imprenditori agricoli, tutti accusati di caporalato.

I tre avrebbero attuato intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ed in alcuni casi anche utilizzo di manodopera clandestina.

Sottoposte a controllo giudiziario anche delle aziende agricole della provincia su disposizione dello stesso tribunale di Foggia che ha avviato le indagini sul caporalato nel capoluogo.

Braccianti sfruttati ad Asti

Nella giornata di ieri un nuovo blitz dei Carabinieri nelle vigne del Monferrato. 

Tre caporali di origini albanesi sono stati arrestati. I migranti ricevevano 3 euro l’ora e lavoravano circa una decina di ore al giorno.

I 3 finiti in manette erano a capo di una cooperativa di Canelli. Le accuse per loro sono di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Stando alle testimonianze dei migranti, infatti, i caporali li insultavano e denigravano. I braccianti arrivavano perlopiù dai centri di accoglienza per migranti.

Nei vigneti dell’astigiano lavoravano senza alcun rispetto delle norme di sicurezza e in condizioni di totale sfruttamento, oltre ad alloggiare in costruzioni fatiscenti.

Dai loro già precari stipendi i caporali detraevano anche le spese di vitto e alloggio. Non solo, anche il servizio di trasporto era scalato dai salari. La paga era per la maggior parte in nero: solo il 20% dello stipendio veniva dichiarato all’Istituto di previdenza nazionale.

Oltre ai tre caporali arrestati, altre 5 persone sono state denunciate. Tra loro, una signora di Asti che si occupava di corrispondere gli stipendi ai migranti.

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