Bangladesh, pena di morte per abusi sessuali: impiccate gli stupratori

I casi di stupro e violenza sessuale sono vertiginosamente aumentati e con questi anche le rivolte in piazza. Introdotta la pena di morte.

pena di morte per violenze sussuali in bangladesh

Gli abusi sessuali a Dacca sono sempre di più, diffusi oramai in tutto il Bangladesh. Commessi da stupratori solitari ma soprattutto da gang di stupratori seriali.

In piazza scendono i manifestanti e il governo decide così di accogliere le loro richieste introducendo la pena di morte per chi commette tale reato.

Bangladesh, pena di morte per violenze sessuali

Sono passati lunghi giorni segnati dalle proteste in piazza a Dacca dopo l’ennesimo caso di abuso sessuale e finalmente il governo si appresta a introdurre la pena di morte per i casi di violenza sessuale e stupro.

Anisul Huq, ministro della Giustizia, ha accolto le richieste di appello avanzate dai protestanti in piazza ma ha dato credito anche a tutte quelle arrivate dai politici.

La pena capitale, si legge su Repubblica.it, era prevista fino ad ora solo ed esclusivamente per chi commetteva un omicidio a sfumatura sessuale e non solo un abuso. Adesso le cose stanno per cambiare.

Lo stupro inviato su tutti i social media

Proprio la scorsa settimana su tutti i social media era stato diffuso un video che mostrava le immagini di uno stupro. La vittima era una donna di 37 anni di umili origini mentre veniva filmata durante l’abuso sessuale messo in atto da più uomini.

È stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la popolazione è stanca di queste violenze ed è scesa i piazza armata di rabbia e sete di vendetta per tutte le vittime di abusi sessuali.

Dopo l’arresto degli 8 uomini colpevoli dello stupro della 37enne un’indagine condotta sul passato della donna ha confermato che è stata vittima di stupro molte altre volte.

La polizia la scorsa settimana ha arrestato molti esponenti giovanissimi del partito di governo responsabili di abusi sessuali confessati da un’altra donna.

Algeria, Tunisia e ora Bangladesh: rivolte e manifestazioni

Gli abusi sessuali sono compiuti purtroppo in tutto il mondo ma sono atti orribili e riprovevoli ugualmente tutti nella stessa misura. Ricordiamo lo stupro in Pakistan di una bambina di 5 anni, Marwa, bruciata viva dopo l’abuso.

Prima in Tunisia e in Algeria, poi in India e ora anche in Bangladesh scendono in piazza in numerosi per manifestare e chiedere punizioni peggiori per gli stupratori.

Anche i più giovani si uniscono alle proteste e con odio e rabbia perché vittime di abuso o a conoscenza di persone che lo sono gridano:

Impiccateli!

Da Gennaio 2020 più del 20% delle denunce per aggressione sessuale sono state accertate esser fatte da gang e gruppi di stupratori che operano insieme.

Nel corteo di Dacca un cartello sorretto da una ragazza ha fatto riflettere:

Sarò io la prossima vittima?

Il governo bengalese ha approvato un emendamento che conferma l’introduzione della pena di morte per gli stupratori. Questa è una sconfitta per i difensori dei diritti umani ma una magra consolazione per tutte le vittime di abusi sessuali.

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