Terremoto di Amatrice, processo per il crollo delle palazzine popolari: 5 condanne

Le accuse sono di concorso in omicidio e disastro colposo plurimi. Il crollo delle due palazzine popolari causò la morte di 18 persone ed il ferimento di altre 3.

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Quello riguardante Amatrice è il primo procedimento arrivato ad una sentenza sui crolli di edifici.

Il crollo della palazzina popolare

Era il 24 agosto 2016 quando, un terremoto di magnitudo 6.0 colpì Amatrice e Accumoli. Nella cittadina in provincia di Rieti crollarono anche due palazzine popolari ex Iacp site in Piazza Sagnotti. In quel crollo morirono 18 persone e altre 3 rimasero ferite.

Secondo l’inchiesta avviata dopo il crollo, le due palazzine furono ristrutturate in seguito al terremoto dell’Aquila del 2009, ma non furono rispettate le norme antisismiche. Inoltre, secondo l’accusa, le palazzine non furono collaudate e crollarono per via della scossa del 2016.

Le condanne

Come riferisce anche Tgcom24, il Tribunale di Rieti ha condannato ad un totale di 36 anni di carcere tutti i 5 imputati nel processo per il crollo delle due palazzine costruite in Piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice, in seguito al terremoto del 24 agosto 2016.

Per gli imputati il pubblico ministero aveva chiesto, contestando i reati di concorso in omicidio e disastro colposo plurimi, pene per un totale di 35 anni.

Il tribunale ha condannato a 9 anni di carcere Ottaviano Boni, all’epoca dei fatti direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, a 8 anni Luigi Serafini, amministratore unico della Sogeap, a 7 anni Franco Aleandri, allora presidente dell’Istituto dell’approccio centrato sulla persona, a 7 anni Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice e a 5 anni Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile.

La sentenza sui crolli di Amatrice è la prima nell’ambito dei processi nati dalle inchieste sui terremoti nei comuni rietini.

 

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