Giappone: morto il celebre wrestler Antonio Inoki all’età di 79 anni

È morto all’età di 79 anni l’ex wrestler Antonio Inoki, lottatore professionista dall’età di 17 anni. È considerato l’artefice del successo del wrestling moderno.

Antonio Inoki
Antonio Inoki – LettoQuotidiano.it

Antonio Inoki fu uno dei pionieri dell’MMA e fra i suoi avversari ci furono anche Mohammed Alì. Dopo l’attività sportiva si diede alla politica e fu anche impegnato nel sociale.

La morte di Antonio Inoki

Forse non tutti conosceranno il nome di questo celeberrimo wrestler di origini giapponesi, tuttavia Antonio Inoki ha avuto un ruolo fondamentale in questo mondo.

In particolare, è il precursore della disciplina dell’MMA e insieme a un altro nome giapponese importante in questo sport, cioè Shohei Baba, è considerato l’artefice del successo del wrestling moderno.

Infatti durante la sua carriera ha attraversato epoche importanti per questo sport e non solo, fra cui la fondazione della lega professionistica nel 1972 e l’avvento della televisione a bordo ring.

Finalmente, un canale di comunicazione, una finestra che univa gli spettatori ai loro idoli in guantoni e fra questi c’era il giovane Inoki.

Nel 2010 venne introdotto nella WWE Hall of Fame ma Antonio i distinse anche in altri campi come quello della politica.

Dal 2020, le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare, in particolare aveva problemi al cuore e fu proprio un attacco di cuore a determinarne la morte, annunciata ieri dai media giapponesi.

La carriera

Proveniente da una famiglia benestante di Yokohama, la città in cui nacque nel 1943 e dove si è spento ieri, Inoki era il sesto figlio di 7 fratelli.

Il suo approccio con l’attività sportiva iniziò nel 5 anni dopo, quando perse il padre per motivi di salute e così, si trasferì con il resto della famiglia in Brasile.

Qui si dedicò al karate e cominciò a sviluppare interesse per la lotta libera, alimentato anche dalla passione che già aveva per gli incontri del grande Rikidozan.

Incontrò quest’ultimo all’età di 17 anni e addirittura lo prese come allievo, introducendolo al wrestling professionistico.

Il famoso lottatore vedeva qualcosa di buono in questo giovane ragazzo e così decise di portarlo con lui in Giappone per allenarlo al meglio.

Nel 1960 fece il suo debutto nella Japan Pro-Wrestling Association e probabilmente la sconfitta che subì nel primo incontro lo segnò in maniera tale da modellare quelli successivi.

Furono pochissime infatti le sconfitte sul ring, quasi a voler rimediare a quell’esordio.

Ci furono moltissimi incontri con personalità importanti di questa disciplina e tanti tour in giro per il mondo perché ormai il pubblico amava Antonio e i suoi incontri registravano sempre il tutto esaurito.

Quello che però fu leggendario, avvenne nel 1976 a Tokio, dove venne sfidato da Muhammad Ali, allora campione dei pesi massimi.

Antonio Inoki e Muhammad Ali
Antonio Inoki e Muhammad Ali – LettoQuotidiano.it

Lo show sarebbe stato ricordato negli anni a venire e fu voluto proprio da Ali poiché Inoki stava riscuotendo un successo sempre maggiore.

Il match venne trasmesso in 34 paesi e vennero venduti 15mila biglietti. Dopo 15 riprese il verdetto fu quello della parità ma la carriera di Ali risentì molto successivamente poiché le sue gambe erano state letteralmente martoriate dal nipponico.

Questo match è considerato il punto più basso della carriera del campione ma dopo quel giorno i due divennero grandi amici, tanto che il primo intervenne con parole d’affetto nel giorno dell’annuncio del ritiro da parte di Antonio Inoki.

Altri incontri celeberrimi furono quelli con The Great Antonio sempre nel 1976 e Hulk Hogan, affrontato poi nuovamente nel 1985 e riconquistando la cintura che gli aveva sottratto nel primo match.

Il ritiro e la carriera politica

A partire dagli anni Novanta, Inoki venne oscurato dalle nuove stelle lanciate proprio dalla sua federazione e la sua immagine si oscurò pian piano.

Divenne così organizzatore e impresario e le sue comparse sul match erano sempre minori, fino al ritiro definitivo nel 1998.

L’anno seguente creò il ‘Partito dello sport e della pace’ e fu eletto nella Camera dei consiglieri della Dieta Nazionale del Giappone.

Fra i suoi incontri politici ricordiamo quello con Saddam Hussein per il rilascio di alcuni prigionieri durante la crisi nel Kuwait.

Fra il 2011 e il 2012 incontrò diversi esponenti politici per migliorare i rapporti fra il Giappone e le due Coree.

Ci lascia un uomo importante su tanti fronti, che ha sempre difeso il lato sportivo del wrestling, così come la pace nel suo Paese.

 

 

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