Ue, trovato un accordo sul caro energia. Come annunciato non c’è il price cap

Il Consiglio europeo straordinario ha trovato un accordo per mitigare il costo dell’energia elettrica, ha annunciato la presidenza ceca dell’Unione europea. Tra le misure, il taglio dei consumi, il tetto agli extra ricavi dei produttori di elettricità e il contributo di solidarietà per i produttori di combustibili fossili. Nessuna novità, invece, per quanto riguarda il tetto al prezzo del gas.

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Roberto Cingolani – lettoquotidiano.it

Come già annunciato in mattinata dal ministro dell’Industria della Repubblica ceca, infatti, i 27 non si sono messi d’accordo sul price cap, che però potrebbe essere il prossimo punto in agenda, ha detto. Da una parte ci sono Italia e Francia, dall’altra la Germania ritiene che il tetto al prezzo del gas debba essere messo solo a quello proveniente dalla Russia e non a quello generalizzato a tutte le importazioni.

Consiglio europeo, trovato l’accordo per nuove misure contro il caro energia. Non c’è il price cap

Un ulteriore passo avanti, in Unione europea, precisamente nel Consiglio europeo, è stato fatto per quanto riguarda il caro energia. La presidenza ceca ha annunciato, infatti, che è stato trovato un accordo politico sul taglio dei consumi, il tetto agli extra ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili. Non sul tetto al prezzo del gas, però, di cui parleremo meglio dopo, e che già era stato annunciato in mattinata.

Tra dicembre 2022 e marzo 2023, i 27 Stati membri con i loro delegati hanno deciso che ci sarà un taglio del 10% per la domanda di luce, con una quota del 5% nelle ore di punta. Per quanto riguarda la seconda voce, invece, si è previsto un tetto di 180 euro al megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti a basso costo come rinnovabili, nucleare e carbone. Le compagnie, come in Italia, dovrebbero poi pagare una tassa sui profitti straordinari avuti in quest’anno tenendo conto di quelli che invece sono stati incassati dal 2018.

Il price cap, come detto, arriverà, forse. Prima della riunione straordinaria dei 27, il ministro dell’Industria della Repubblica, Jozef Sikela, aveva infatti annunciato che non sarebbe stato sul tavolo oggi, ma non ha escluso che possa essere il prossimo punto in agenda. “Mi aspetto unità e solidarietà, questi sono i principi base“, ha detto prima di ricordare che “siamo in guerra e la battaglia decisiva sarà quest’inverno“.

Il dibattito sul prezzo del gas, nei fatti, mette contro Italia e Francia, che viaggiano in tandem, e Germania. Le prime due vorrebbero che fosse generalizzato a tutte le importazioni, mentre da Berlino spingono per un freno solo al costo del gas russo, proposta che è stata presentata anche dalla stessa Commissione europea, che ritiene troppo rischioso e radicale ciò che chiedono da Roma e Parigi. Un’altra ipotesi, però, dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen è quella di mettere un limite al prezzo del gas nella formazione del costo dell’energia elettrica, come già fatto da Spagna e Portogallo.

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Ursula von der Leyen – lettoquotidiano.it

Oltre alla Germania, però, ci sono anche altri Stati che sono contrari alla proposta avanzata dall’Italia (e su cui non si vuole cedere) e sono l’Irlanda, la Danimarca, i Paesi Bassi, l’Austria, l’Ungheria, la stessa Repubblica ceca, la Svezia, la Finlandia, l’Estonia e Cipro.

Caro energia, price cap (forse) rimandato. Le dichiarazioni dall’Europa

Proprio per questa divisione all’interno dell’Unione europea, la commissaria all’Energia, Kadri Simson, ha spiegato che per trovare un accordo serve “una via tutti i 27 Stati membri possano accettare“. Dal momento che, però, “si aspettano soluzione diverse, la Commissione deve presentare un’idea che goda di un ampio sostegno“, ha detto ancora prima di ribadire che si deve trovare un modo che possa essere accettato da tutti i Paesi.

La ministra francese per la Transizione energetica, Agnes Pannier-Runacher, invece, ha definito il documento della Commissione “un passo avanti utile“, ma non ancora sufficiente. “È in corso un’intensa attività diplomatica, ne ho parlato con i miei omologhi belga, tedesco, spagnolo, italiano, polacco, rumeno, e ceco, siamo tutti consapevoli di avere una responsabilità, quella di difendere le nostre imprese e la nostra industria, e di creare solidarietà europea intorno a queste questioni energetiche“, ha spiegato ancora prima della riunione straordinaria del Consiglio europeo.

Si è parlato tanto di un ‘price cap’ sul gas dalla Russia sull’Ucraina: è una sanzione. Per questo sono aperto, se i Paesi dell’Europa sudorientale non temono carenze“, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, che ha poi chiarito che “la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po’ di tempo“. Prima di parlare di tetto al prezzo del gas, su cui comunque ci si confronterà, per Habeck, si dovrebbe parlare con la Norvegia, gli Stati Uniti e l’Algeria, “perché i prezzi saranno abbassati“.

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