Russia, l’appello di Kirill e il discorso di Medvedev

La Russia sta affrontando un altro giorno di guerra in Ucraina e la situazione è sempre più tesa. Oggi due discorsi hanno attirato l’attenzione internazionale e si tratta di quello del patriarca Kirill e del discorso di Medeved.

Russia - Medvedev e Kirill
Russia, Dmitry Medvedev e Kirill – LettoQuotidiano.it

Due ambiti differenti, ma entrambi molto caldi, quelli trattati dai due volti di spicco russi. Da un lato si parla di mobilitazione spirituale mentre dall’altro si discute dell’utilizzo delle armi nucleari. Il clima che respira in Russia ha portato anche le autorità religiose ad esprimere il loro punto vista in merito al conflitto e all’arruolamento. Nel resto del mondo resta altissima la preoccupazione di una reale minaccia nucleare.

Russia, l’appello di Kirill ai cittadini russi

Il patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, ha fatto un appello durante il consueto sermone nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Ha chiesto ai russi una mobilitazione spirituale che a suo avviso può aiutare ad arrivare alla riappacificazione tra Russia e Ucraina. In realtà le parole di sostegno sono rivolte si ai cittadini, ma nella speranza che aiutino i soldati in guerra.  Soltanto riacquisendo la propria identità, messa spesso in discussione negli ultimi giorni dagli stessi russi, secondo il patriarca sarà possibile vedere la fine del conflitto.

Chiede di soffermarsi a ritrovare se stessi e a pregare per le autorità e per i soldati ma senza dimenticare la chiesa ortodossa che, pur in un momento di grande difficoltà, punta a preservare l’unità spirituale della Russia.

Non è stato però l’unico uomo di fede che oggi ha espresso opinione in merito agli avvenimenti inerenti il conflitto in Ucraina. Il Consiglio pan ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose ha fatto, nelle scorse ore, un appello a tutti i paesi del mondo che chiede esplicitamente di non riconoscere il referendum per l’annessione delle regioni ucraine Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson alla Russia. Oltre ai leader politici anche i leader religiosi non ritengono valido un referendum definito come forzato e non veritiero. Proprio in queste ore si comincia a parlare di esito positivo ed emergono i primi commenti sull’annessione alla Russia che si prepara a creare un nuovo distretto federale con le 4 regioni ucraine.

L’opinione di Medvedev sul nucleare

Il Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev, ex presidente e primo ministro, ha risposto alle polemiche sull’intenzione o meno della Russia ad usare realmente le armi nucleari. Negli ultimi giorni, difatti, si è parlato molto della minaccia concreta che i russi potessero affidarsi a tali tipologie di armi ma vari capi di stato, come per esempio la premier Truss ma anche gli Stati Uniti, hanno affermato che ne gli Usa ne l’UE si possono piegare alle minacce nucleari.

Questo ha scatenato la reazione del governo russo ed è arrivato il discorso di Medvedev che ha precisato che la Russia non bluffa affatto e che se attaccata con armi nucleari risponderà con la stessa moneta. Ma ha aggiunto anche che, l’utilizzo del nucleare, è consentito e verrà attuato anche se si verificherà una minaccia per l’esistenza della nazione. L’ex presidente ha anche affermato che: “La sicurezza di Usa, Gb e Belgio è più importante per la Nato del destino dell’Ucraina”.

Mentre tutto questo comprende la sfera politica e religiosa sul campo di battaglia la situazione è preoccupante. Gli attacchi in Ucraina continuano e le perdite che si sono verificate all’impianto Nord Stream preoccupano le autorità danesi che hanno riferito che il gas fuoriuscito dalle perdite causate da un attacco ribolle in mare.

Fuga dei russi verso la Georgia
Fuga dei russi al confine con la Georgia – LettoQuotidiano.it

La fuga dei russi dalla nazione, dopo l’annuncio di Putin in merito all’arruolamento forzato, ha costretto gli stati confinanti a prendere provvedimenti. L’Estonia per esempio non rilascia il visto ai russi con passaporto israeliano. I cittadini dopo le pene inasprite contro chi non si arruola o si arrende al nemico hanno accelerato ancora di più una situazione già critica.

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