L’appello a Renzi: “Fai cadere il governo”. L’ex premier risponde: “Prima lo devono fare”

Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva e candidato del terzo polo (eletto) per le elezioni politiche di domenica, è stato l’unico ieri a non parlare dei risultati ottenuti dalla sua lista in tandem con Carlo Calenda. Oggi, però, prima al Corriere della Sera, poi nella sua enews, ha tracciato un bilancio, ma non solo.

Renzi
Matteo Renzi – lettoquotidiano.it

L’ex premier fiorentino ha svelato anche un retroscena che riguarda delle mailsoprattutto di giovanissimi” che gli sono arrivate in questi giorni in cui gli si chiedeva di far cadere l’esecutivo. “Capisco che è diventata la mia specialità – ha scritto Renzi -, ma prima di buttare giù il governo bisogna che almeno lo facciano!“.

Renzi: “Non posso far cadere un governo che ancora non c’è!”

Matteo Renzi non è più il protagonista di una volta, in politica. O forse sì. A precedere l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Partito democratico, ora nuovamente senatore ma eletto con la sua Italia Viva che viaggiava in tandem con Azione di Carlo Calenda nel terzo polo, è la fama di guasta, meglio: sfascia governi.

Lo ha fatto nel 2014 con Enrico Letta, attuale – ma ancora per poco – numero uno dei dem, e poi c’è riuscito anche nel gennaio 2021, in piena crisi pandemica, con l’esecutivo giallorosso guidato da Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 stelle ora. E quindi, perché non riprovarci?

Capisco che è diventata la mia specialità, ma prima di buttare giù il governo bisogna che almeno lo facciano!“, ha risposto lui, tramite la sua enews, dal Giappone, ai “700 inviti/email di giovanissimi” che glielo chiedevano. Quasi le prime parole, ne ha affidato qualcuna ieri alla Cnn, dopo il voto delle elezioni che hanno segnato il trionfo di Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia e del centrodestra.

Per questo non è più il protagonista di una volta, chiaro, ma la sua presenza si farà sentire in Parlamento. “Faremo un’opposizione più civile di quella che hanno fatto a noi. Civile ma durissima sui contenuti, dall’Europa ai valori“, ha promesso in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha parlato anche del centrosinistra e di Letta, ma di questo ne parleremo meglio dopo.

Quindi, certo, non ci si deve aspettare che si voti la fiducia al nuovo esecutivo, “presenteremo i nostri emendamenti – ha scritto ancora ai militanti -. E, se Meloni chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole“. D’altronde, ha spiegato il leader di Iv, con la vittoria della destra “al massimo rischiamo il portafogli perché io li ritengo incapaci di governare e spero di essere smentito“.

Insomma, “la destra italiana non è fascista. Va respinta questa narrazione, non c’è alcun rischio democratico nel nostro Paese. Lo dico a tutti i numerosi interlocutori internazionali che incontro anche qui: non c’è alcun rischio per la democrazia con Meloni premier“.

Renzi ha ovviamente parlato anche dei risultati elettorali del terzo polo, non entusiastici per Calenda, ma strepitosi per lui. “Due mesi fa ci accusavano di non fare il 3%, eppure siamo all’8 in sei settimane. Ora che abbiamo tempo per lavorare insieme con metodo e disciplina faremo la differenza. È un inizio“, ha detto al quotidiano milanese. Posizione ribadita anche sull’enews, in cui però ha attaccato chi credeva che lui non sarebbe più tornato a sedersi nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama e a cui ha dedicato un abbraccio: “Ci hanno seppellito più volte, non sapevano che siamo semi“.

È vero, comunque, che si sperava in qualcosa di più, ed è anche stupido negarlo, “ma raggiungere quasi l’8%, alla pari di Forza Italia e Lega, è un grande risultato – ha scritto tra l’altro l’ex sindaco di Firenze -. Bravi tutti i candidati, cominciando naturalmente da Calenda, fino ai candidati di servizio e a quei candidati che hanno ricevuto nelle scorse ore la doccia fredda della mancata elezione. So cosa si prova in questi casi. Intanto, un abbraccio cumulativo, poi al rientro mi farò vivo“.

Dell’alleato, il numero uno di Italia Viva ne ha parlato anche per il progetto Renew Europe  in vista delle elezioni del 2023, già partito e “bellissimo”. Cosa è, però? “Una grande casa per difendere e coltivare la democrazia europea con l’Italia centrale. Condividiamo entrambi che dobbiamo coinvolgere quante più esperienze possibili. Nei prossimi mesi, ci sarà molto da lavorare e lo faremo insieme, senza polemiche“, ha concluso.

Renzi all’attacco di Letta: “La sua mediocrità ha consegnato il Paese alle destre”

Non poteva mancare, però, neanche l’attacco a Letta da parte di Renzi. Se Meloni ha vinto, infatti, deve ringraziare non solo “i suoi elettori, la sua tenacia, la sua coalizione“, ma soprattutto il segretario del Pd. “Se Letta – ha scritto nell’enews – non avesse scientificamente sbagliato tutto negli ultimi due mesi, oggi Meloni non avrebbe avuto la maggioranza assoluta“.

Letta Renzi
Enrico Letta e Matteo Renzi – lettoquotidiano.it

Anche qua, un assaggio lo aveva già dato nell’intervista con Maria Teresa Meli, in cui ha accusato il leader dem di mediocrità che “unita all’incapacità di decidere una linea chiara, ha consegnato il Paese alle destre“.

Difficile quindi pensare che possa tornare dentro il Partito democratico con questi presupposti. “Se anche tornassi indietro – ha precisato – non lo troverei più. Perché il Pd riformista non c’è più“. Secondo il leader di Italia Viva, infatti, lo schieramento che ha lasciato è diventato una realtà “subalterna al grillismo, che guarda alle ragioni del Bettini di turno“. Quanto al prossimo congresso, per Renzi, “non farà altro che ratificare questa divisione ormai inarrestabile. Queste elezioni segnano la fine del Pd“. Sbem.

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