Ci sono dei danni “senza precedenti” ai gasdotti Nord Stream. Da Kiev: “Attacco terroristico della Russia”

I gasdotti Nord Stream, 1 e 2, hanno subito delle grosse perdite di gas a causa, dicono gli operatori delle rete, di danni “senza precedenti” a tre linee offshore. Un problema non di poco conto considerato che sono stati costruiti per portare il gas russo in Europa tramite la Germania e che, pure, sono nuovamente aumentati i prezzi del gas nella Borsa di Amsterdam a 191 euro al megawattora.

Nord Stream
Il gasdotto Nord Stream 1 – lettoquotidiano.it

Secondo alcuni, come Politico e il quotidiano tedesco Tagesspiegel e soprattutto secondo Kiev, le infrastrutture dei due gasdotti sono stati sabotati direttamente dalla Russia come ulteriore ripercussione per le sanzioni che sono state inflitte al Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina dai governi degli stati europei (e non solo). Un modo piuttosto concreto per mettere pressioni all’Unione europea.

Ci sono dei danni “senza precedenti” ai gasdotti Nord Stream 1 e 2

Mentre l’Italia e gli italiani sono concentrati sul risultato delle elezioni politiche di domenica 25 settembre, vinte da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia, i gasdotti Nord Stream 1 e 2, ovvero le infrastrutture costruite per trasportare il gas russo dalla Germania in Europa attraverso il mar Baltico, hanno subito dannisenza precedenti” a tre linee offshore, hanno detto gli operatori di rete.

Nord Stream
Nord Stream 1 – lettoquotidiano.it

Già nella notte tra domenica e lunedì ci sono state delle perdite di gas, che sono state identificate grazie ad alcuni cali di pressioni, che però non si capisce da cosa siano state causate (delle ipotesi in campo ne parleremo meglio dopo). A essere interessato per primo il gasdotto, già riempito di gas, Nord Stream 2, completato a settembre dello scorso anno, ma mai messo in funzione a causa delle tensioni tra la Russia e l’Unione europea, all’altezza dell’isola danese di Bornholm.

Le altre due perdite, invece, si sono verificate oggi nel gasdotto Nord Stream 1, che già era stato chiuso a fine agosto per problemi tecnici dalla società russa Gazprom (o per lo meno, questa era la motivazione ufficiale). Anche in questo caso, le perdite sono state riscontrate nel mar Baltico, ma a essere colpite sono state sia le acque della Danimarca, sia quelle della Svezia.

In un primo momento, secondo quanto affermato le autorità danesi e svedesi non c’erano conseguenze per la sicurezza o la salute dei residenti vicino alle isole, anche se da Copenaghen hanno messo in allerta le infrastrutture energetiche, innalzando anche il livello di vigilanza del settore dell’elettricità e del gas al livello arancione, il secondo più alto, e istituendo un divieto di navigazione in un raggio di 9 chilometri da dove si è verificata la prima perdita. E anche Mosca, con il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di “una situazione senza precedenti che richiede un’indagine urgente“.

In seguito a un’esplosione, però, i due Paesi hanno convocato una riunione di emergenza per la gestione delle crisi. La ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, in contatto con l’omologo danese Jeppe Kofod, ha spiegato, in una intervista ad Aftonbladet, che a Stoccolma prenderanno parte alla riunione diversi ministri e direttori di agenzie del governo. “Non voglio fare speculazioni su quello che è accaduto. Bisogna capirlo con certezza e come influisce sulla nostra sicurezza“, ha affermato. Riunioni sono in corso anche in Danimarca, ha confermato Kofod dopo aver preso parte a un incontro alla Commissione esteri del Parlamento.

Danni ai gasdotti Nord Stream, nuova impennata dei prezzi del gas. Le ipotesi vedono un sabotaggio della Russia

Ecco, la Russia. Secondo il quotidiano tedesco Tagesspiegel, i danni ai due gasdotti sono stati causati da attacchi mirati. Il governo federale della Germania, dicono ancora, non crede che le perdite di pressione in rapida successione siano frutto di una coincidenza. Stessa posizione anche di Politico, giornale statunitense, che ritiene Mosca la vera artefice del sabotaggio.

La linea sarebbe quella di usare le forniture di gas come strumento per fare pressioni sui governi occidentali, spingendoli ad ammorbidire le sanzioni dovute all’invasione dell’Ucraina, e quindi innalzare il costo del gas, che ultimamente erano sceso. A sostegno di questa teoria, Politico parla di una notizia diffusa la settimana scorsa dal governo russo di aver sventato un “attacco terroristicoucraino al gasdotto TurkStream, che collega la Russia alla Turchia.

La Commissione europea, ha spiegato il portavoce Tim McPhie, “è stata informata di tre fughe di gas, due nel Nord Stream 1 e uno nel Nord Stream 2” e sta monitorando la situazione e sottolineando che “non c’è alcun impatto sulla sicurezza“: Sulla possibilità di un sabotaggio ai due condotti, il portavoce della Commissione ha affermato che “è prematuro speculare” sulle cause delle fughe di gas.

Non per Kiev. Su Twitter, il consigliere del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha scritto che “la fuga di gas non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno“. “La migliore risposta e investimento per la sicurezza è fornire carri armati all’Ucraina. Soprattutto quelli tedeschi…“, ha aggiunto.

In ogni caso, l’annuncio dei danneggiamenti a Nord Stream 1 e 2 ha fatto di nuovo impennare il prezzo del gas (obiettivo raggiunto?). All’hub di riferimento europeo Ttf, il contratto future con scadenza ottobre è aumentato del 9,87%, arrivando a 191 euro per megawattora, dopo aver toccato il picco di 194,7 euro (+12%).

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